Sembra la trama di un film di animazione per bambini, ma col peggiore dei finali possibili: un orso polare, dopo un viaggio lungo 300 km dalla Groenlandia all’Islanda a bordo di un iceberg, è stato abbattuto in un remoto villaggio sulla costa nord-occidentale dell’isola.
Affamato e disorientato si era avvicinato troppo a una zona abitata in cerca di cibo. In questi casi, la procedura è l’uccisione dell’animale, sia per ragioni di sicurezza che per motivazioni economiche.
Un orso polare in Islanda: la vicenda
L’orso polare è giunto sulla costa di Hofdastrond a nord-ovest dell’Islanda, trasportato dalle correnti artiche su un iceberg staccatosi dalla Groenlandia. Tra le due isole la distanza è di circa 300 chilometri. L’animale, probabilmente sorpreso dalla deriva del blocco di ghiaccio, una volta raggiunta la costa, ha cominciato a vagare arrivando al centro abitato in cerca di cibo. Qui, mentre rovistava nella spazzatura, è stato visto da alcuni residenti che hanno allertato le autorità. Dopo aver consultato l’Agenzia per l’Ambiente islandese, la polizia ha abbattuto l’esemplare.
“Non è una cosa che ci piace fare. In questo caso, l’orso era molto vicino ad una casa di vacanza estiva. C’era una donna anziana lì”, ha fatto sapere il capo della polizia dei Fiordi occidentali, Helgi Jensson.
Le autorità hanno spiegato che riportare l’animale in Groenlandia sarebbe stato eccessivamente costoso, e che la priorità resta la sicurezza pubblica. Gli orsi polari sono considerati una minaccia potenziale per i residenti, soprattutto quando affamati e disorientati.
L’esemplare ora è stato trasferito all’Istituto Islandese di Storia Naturale, dove verranno fatti una serie di accertamenti sulla carcassa, come l’analisi della percentuale di grasso corporeo per verificare l’effettivo stato nutrizionale dell’animale e le condizioni di vita precedenti.
Un fenomeno raro
Ad oggi sono meno di 30mila gli orsi polari in vita: la specie è infatti considerata “vulnerabile” dalla Red List della IUCN. Negli ultimi anni, il terreno di caccia nel Circolo Polare Artico si è notevolmente ridotto soprattutto a causa del cambiamento climatico e la conseguente riduzione del ghiaccio marino.
L’avvistamento di orsi polari in Islanda è in realtà un fenomeno piuttosto raro: “The Guardian” fa sapere che sono stati solo 600 i casi documentati dal IX secolo a oggi. L’ultimo avvistamento risale al 2016. La specie infatti non è autoctona, ma alcuni esemplari possono raggiungere le coste islandesi proprio a bordo di sottili lastre di ghiaccio che si staccano e navigano alla deriva.
L’evento avvenuto in Islanda può essere considerato da due punti di vista: è un ulteriore dimostrazione degli effetti diretti del cambiamento climatico, oltre che un’occasione di riflessione sulle sfide legate alla coesistenza di esseri umani e animali selvatici.
Nata a Roma nel 1993, si è laureata in Lettere, con specializzazione in Storia Contemporanea. Attenta al mondo che la circonda, crede fortemente nel potere della collettività: ognuno, a modo suo, può essere origine del cambiamento. Amante del cinema e della letteratura, sogna di scrivere la storia del secolo (o almeno di riuscire a pensarla).