Lo scioglimento dell’Antartide è ormai inevitabile

da | Ott 26, 2023 | news | 0 commenti

Sembrerebbe ormai inevitabile lo scioglimento della calotta glaciale antartica occidentale, quindi l’enorme massa di ghiaccio che ricopre l’ovest dell’Antartide. Anche se riuscissimo a rispettare gli impegni internazionali per contenere il riscaldamento del Pianeta, l’Antartide continuerà a sciogliersi sempre di più nel corso di questo secolo.

Sono questi i risultati ottenuti da un nuovo studio di modellizzazione condotto da Kaitlin Naughten, ricercatrice del British Antarctic Survey di Cambridge, e pubblicato su “Nature Climate Change”.

L’Antartide

L’Antartide ospita la più vasta estensione di ghiaccio sulla Terra e si articola in due sezioni, separate da una catena montuosa, i Monti Transantartici. La sezione orientale, la più imponente, poggia su una base terrestre e mostra notevole stabilità (non sono previsti cambiamenti significativi nella sua massa nei prossimi anni). Dall’altra parte, la sezione occidentale è costituita da una calotta di ghiaccio ancorata al suolo situato al di sotto del livello del mare.

Due sono i fenomeni responsabili dell’innalzamento dei mari: il primo è la dilatazione termica dell’acqua degli oceani (se l’atmosfera si riscalda, aumentando la temperatura oceanica, l’acqua perde densità e occupa più volume). Il secondo fenomeno è la fusione estiva dei ghiacciai terrestri in tutto il mondo, compresi i ghiacciai che ricoprono parti dell’Antartide e della Groenlandia, che si sciolgono di più di quanto poi riescano a ghiacciarsi di nuovo in inverno.

La combinazione di questi due fattori ha portato a un aumento medio del livello del mare di 21 centimetri tra il 1900 e il 2021.

Il modello utilizzato

Lo studio sullo scioglimento dell’Antartide deriva da un’analisi di simulazioni computerizzate sulle dinamiche tra il ghiaccio e l’oceano e considera una serie di scenari futuri.

Nello specifico, gli studiosi sono partiti dallo scioglimento basale, che si verifica quando le correnti oceaniche calde sciolgono il ghiaccio dalla base, favorendo lo slittamento del ghiacciaio. Hanno quindi esaminato l’andamento del riscaldamento oceanico e la perdita delle piattaforme di ghiaccio sotto diverse prospettive di cambiamenti climatici. Prospettive future che spaziano dall’ambizioso scenario in cui il mondo riesca a limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C in più rispetto ai livelli preindustriali, fino al peggiore dei casi, in cui l’umanità continui a bruciare ingenti quantità di combustibili fossili, incrementando il surriscaldamento del Pianeta.

Le scoperte rivelano che, anche limitando la temperatura secondo gli obiettivi prefissati (obiettivo che tra l’altro, al momento, sembra assolutamente fuori dalla nostra portata), i cambiamenti climatici potrebbero comunque accelerare il riscaldamento degli oceani a un ritmo tre volte superiore rispetto al passato.

Un destino inevitabile

Quello che ci attende sarebbe quindi un destino inevitabile: il crescente scioglimento della calotta glaciale nell’Antartide occidentale non potrà essere bloccato. Secondo il modello sviluppato per lo studio, è già stato oltrepassato il punto di non ritorno, con conseguenze catastrofiche per l’innalzamento globale del livello del mare.

È questo sarebbe un futuro ormai inesorabile, indipendentemente dagli ambiziosi sforzi globali per contenere il riscaldamento globale. L’Antartide occidentale si riscalderà fino alla dissoluzione delle piattaforme di ghiaccio.

Di quanto si alzerà il livello del mare?

Se tutta la calotta dell’Antartide si sciogliesse, provocherebbe un innalzamento fino a 5 metri del livello del mare: non è però di questa prospettiva così catastrofica che parla lo studio. Nell’analisi, però, manca un’effettiva stima del contributo all’innalzamento del livello del mare dato dalla fusione di questa specifica parte dell’Antartide. Resta comunque il fatto che le attuali previsioni potrebbero essere superate.

Entro il 2100, secondo le ultime valutazioni dell’IPCC, l’organismo ONU dedicato all’analisi dei cambiamenti climatici, è previsto un incremento medio del livello del mare tra i 28 centimetri e 1,01 metri. Anche piccole variazioni rispetto a queste stime, metterebbero a rischio centinaia di milioni di persone in molte regioni del mondo, a causa dell’innalzamento delle acque costiere.

Tag:

Post correlati

COP28: ancora insufficiente la cifra concordata per il Fondo Perdite e Danni

COP28: ancora insufficiente la cifra concordata per il Fondo Perdite e Danni

Durante la COP28 è stato raggiunto l’accordo sul Fondo Perdite e Danni. Le promesse di finanziamento includono 100 milioni da Emirati, Germania e Italia, 17 milioni dagli Stati Uniti e 10 milioni dal Giappone. Complessivamente, il fondo ha raggiunto 700 milioni di dollari, ma gli esperti ritengono che siano insufficienti rispetto ai bisogni reali dei Paesi in via di sviluppo.