Nei TG e sui giornali si parla poco (e male) di crisi climatica

da | Lug 31, 2024 | news | 0 commenti

Se vi sembra di non sentir parlare più tanto spesso di cambiamento climatico in tv, sappiate che non si tratta solo un’impressione. Quello della sostenibilità è un trend, purtroppo, in calo (e il fatto che si parli di trend per discutere di un tema tanto cruciale per la sopravvivenza del nostro Pianeta ha poco senso, eppure è la dura verità).

Nonostante le nostre città diventino sempre più bollenti, gli eventi climatici estremi devastino sempre più frequentemente edifici e infrastrutture e la siccità imponga razionamenti e spaventi seriamente l’agricoltura, di climate change si parla sempre meno. E, come dicevamo, non è una semplice impressione.

A confermarlo è il nuovo report di Greenpeace Italia commissionato all’Osservatorio di Pavia, l’istituto di ricerca specializzato nell’analisi della comunicazione. Il report esamina come viene raccontata la crisi climatica nei 5 quotidiani nazionali più letti d’Italia e dai TG serali delle reti Rai, Mediaset e La7. Un monitoraggio periodico che Greenpeace promuove da 2 anni e che, in quest’ultimo aggiornamento, prende in esame il periodo compreso tra gennaio e aprile 2024.

Il quadro che emerge è tutt’altro che confortante: sta calando infatti l’attenzione sulla crisi climatica, mentre un quarto delle notizie sui TG concede ampio spazio all’opposizione alla transizione ecologica.

Nei quotidiani e nei TG si parla poco di clima

Il rapporto di Greenpeace e dell’Osservatorio di Pavia evidenzia un calo significativo della copertura mediatica sulla crisi climatica nei principali telegiornali e quotidiani italiani.

Nel periodo tra gennaio e aprile 2024, i principali TG nazionali hanno dedicato solo il 2% delle loro notizie alla crisi climatica e alla transizione ecologica, con un totale di 290 notizie, ovvero meno di una notizia ogni tre giorni. In media, il 39% di queste notizie non ha parlato direttamente di crisi climatica, ma ha trattato questioni con riferimento implicito agli obiettivi di mitigazione.

L’opposizione alla transizione ecologica nei media

Il rapporto evidenzia anche un altro aspetto cruciale: cresce infatti lo spazio dedicato a posizioni critiche nei confronti della transizione ecologica. Tra TG e quotidiani, il 19,2% delle notizie complessive contiene critiche o resistenze alle azioni per il clima (più frequentemente nei telegiornali, 25,5%, rispetto ai quotidiani, 17,5%).

Nei TG, i soggetti citati o intervistati esprimono posizioni contrarie nel 24,4% dei casi e posizioni ambigue nell’11,6%; nei quotidiani le posizioni contrarie sono l’8,1% e quelle ambigue l’11,2%.

Tutto ciò contribuisce a rafforzare le narrative di resistenza nei telegiornali, che nel 6,8% dei casi non mettono mai in discussione tali argomenti, mentre i quotidiani lo fanno nell’11% dei casi.

TG e quotidiani: chi parla di più di clima?

Nonostante le notizie dei TG siano meno frequenti rispetto agli articoli dei quotidiani, risultano essere più spesso interamente focalizzate sulla crisi climatica (46,3% nei TG rispetto al 24,5% nei quotidiani). Invece, nei quotidiani, la crisi climatica è frequentemente solo citata (43,4%) o trattata marginalmente (32,1%).

Il Sole 24 Ore si distingue tra i quotidiani per la copertura più elevata, mentre tra i telegiornali, il TG5 delle 20:00 è il più attento al riscaldamento globale. Durante il mese di febbraio, i quotidiani hanno concesso più spazio a questi temi, soprattutto in relazione alle proteste degli agricoltori. Ad aprile, i TG hanno parlato molto del G7 Clima, Energia e Ambiente tenutosi a Venaria, e alle proteste dei movimenti ambientalisti.

Pubblicità di aziende inquinanti

Un tema da considerare è poi quello relativo alla pubblicità. Il report infatti analizza anche l’interconnessione tra quotidiani italiani e pubblicità di aziende inquinanti.

Nel primo quadrimestre del 2024, i cinque principali quotidiani nazionali hanno pubblicato 1.091 articoli sulla crisi climatica e la transizione ecologica, con una media di 4,4 articoli al giorno che però non citano esplicitamente la crisi climatica, ma trattano di decarbonizzazione, riduzione delle emissioni e transizione ecologica in termini impliciti. Gli articoli effettivamente dedicati alla crisi climatica sono in realtà uno ogni due giorni

Allo stesso tempo, questi quotidiani hanno ospitato in media quattro inserzioni pubblicitarie a settimana di compagnie del settore dei combustibili fossili, dell’automotive e delle crociere, di fatto superando il numero di articoli dedicati alla crisi climatica.

La classifica dei quotidiani

Il report redige una classifica dei principali quotidiani italiani che si basa su cinque parametri:

  • la quantità di notizie che trattano della crisi climatica;
  • quante notizie citano i combustibili fossili tra le cause;
  • la voce concessa alle aziende inquinanti;
  • lo spazio dedicato alle loro pubblicità;
  • la trasparenza rispetto ai finanziamenti ricevuti.

Avvenire è l’unico giornale che si avvicina alla sufficienza con 5,6 punti su 10. Il Sole 24 Ore migliora la sua posizione perché ha aumentato la copertura sulla crisi climatica, ottenendo 3,8 punti. Seguono con punteggi gravemente insufficienti il Corriere della Sera (3,4), La Stampa (3,2) e La Repubblica (2,6).

Clima: come se ne parla nei TG e nei quotidiani

Dunque, di crisi climatica nei giornali e nei TG si parla veramente poco. E soprattutto in relazione ad altri temi, più che come argomento in sé.

Nei quotidiani, le tematiche climatiche vengono trattate soprattutto in articoli di economia, finanza e lavoro (17%) e prevalentemente in relazione all’ambito economico. Gli argomenti più frequenti riguardano la transizione ecologica, la riduzione delle emissioni e la decarbonizzazione.

Nei telegiornali, invece, le notizie sono più spesso legate all’ambiente e alla natura (36%), con un frame ambientale prevalente (55,4%). Gli argomenti trattati includono la siccità, lo scioglimento dei ghiacciai e le alluvioni.

Le cause della crisi climatica sono citate in poco più di una notizia su dieci (12,6% nei quotidiani e 13% nei TG), sono invece le conseguenze ad essere menzionate più frequentemente (33,3% nei quotidiani e 60,5% nei TG).

Cosa dicono i leader politici

Infine, lo studio esamina anche le dichiarazioni dei principali leader politici italiani sulla crisi climatica e i risultati ne confermano la marginalità nel dibattito politico nazionale. Paradossalmente, sono i leader di destra a parlare di più di clima su quotidiani e telegiornali, ma esprimendo posizioni ambigue o apertamente critiche verso la transizione. Matteo Salvini si conferma il principale oppositore delle azioni per il clima, seguito dalla premier Giorgia Meloni e da Giancarlo Giorgetti.

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