Aria condizionata in auto: perché non dovresti abusarne

da | Lug 17, 2023 | ambiente, estate, inquinamento, mobilità sostenibile | 0 commenti

Estate e temperature roventi: sembra quasi impossibile sopravvivere in auto senza aria condizionata. Dal percorso da casa verso l’ufficio ai lunghi viaggi in auto per raggiungere la meta delle vacanze, per una guida serena e attenta è sicuramente importante mantenere l’abitacolo fresco e vivibile.

Abusare dell’aria condizionata in auto, però, potrebbe portare a conseguenze negative, sia per la nostra salute che per il nostro portafogli. Inoltre, consumarne troppa, incide molto sull’ambiente, contribuendo ad allargare la nostra impronta sul Pianeta.

Un utilizzo consapevole dell’aria condizionata in auto ci aiuterà a limitare mal di testa e altri fastidi, a risparmiare e a incidere meno sull’ambiente: vediamo come.

Come funziona il climatizzatore dell’auto

L’impianto di aria condizionata nelle auto ha lo stesso funzionamento dei condizionatori domestici o dei frigoriferi, creando ambienti freddi attraverso un principio di sottrazione dell’aria calda.

L’aria calda all’interno dell’abitacolo viene raffreddata nel momento in cui entra in contatto con una delle componenti dell’impianto di condizionamento, l’evaporatore. Qui, è presente un liquido refrigerante, che viene messo in circolazione attraverso un compressore. Questo liquido si dirige verso il condensatore, dove si trasforma in gas, e poi verso un serbatoio, che elimina umidità e impurità. A questo punto, il liquido viene vaporizzato all’interno del veicolo per raffreddare l’ambiente.

Come dovresti utilizzare l’aria condizionata in auto

Ci sono alcuni accorgimenti che dovremmo tenere a mente ogni volta che scegliamo di utilizzare l’aria condizionata in auto. Questo ci permette di preservare più a lungo l’impianto ed evitare sprechi inutili.

Innanzitutto, se abbiamo lasciato l’auto al sole e la temperatura all’interno dell’abitacolo è molto alta, occorre lasciare circolare l’aria, aprendo gli sportelli e abbassando i finestrini. Dopo qualche minuto, l’interno dell’abitacolo dovrebbe segnare già qualche grado in meno. A quel punto, si potranno chiudere sportelli e finestrini e accedere il climatizzatore, lasciando per qualche minuto all’inizio una potenza più alta da ridurre poi una volta che la temperatura è scesa ancora un paio di gradi. In questo modo, non si sovraccaricherà troppo l’impianto, ma si porterà al raffreddamento graduale dell’abitacolo.

Importante è il posizionamento delle bocchette: direzionandole verso l’alto, il raffreddamento dello spazio sarà graduale e omogeneo e ne beneficeranno tutti i passeggeri. Le bocchette non vanno assolutamente direzionate verso il viso per non rischiare nevralgie e altri fastidi.

Come per l’impianto di casa, non bisogna impostare una temperatura troppo bassa: l’ideale è mantenere la temperatura nell’abitacolo più bassa di 5/6 gradi rispetto all’esterno. Impostare temperature troppo basse rischia di compromettere le funzionalità del climatizzatore, oltre a consumare molto di più.

Altro aspetto fondamentale è la pulizia dei filtri e la manutenzione dell’impianto. I filtri sporchi compromettono la qualità dell’aria nell’auto, aumentando i rischi di fastidi respiratori, e riducono la circolazione dell’aria fredda.

L’aria condizionata in auto fa male?

Da risorsa a fastidio: utilizzare male l’aria condizionata in auto rischia di comprometterne qualsiasi beneficio, anche nella più torrida giornata estiva.

Indirizzare l’aria direttamente sul volto, per esempio, può provocare emicranie e nevralgie piuttosto fastidiose, soprattutto a collo e fronte. Come dicevamo, direzionare le bocchette dell’aria condizionata in modo intelligente ci permette di climatizzare in maniera uniforme l’abitacolo ed evitare danni collaterali.

Altro fattore di rischio da non trascurare assolutamente è la pulizia dei filtri. Molti automobilisti sembrano sottovalutare questo aspetto: le nostre macchine, però, se non sottoposte a corretta manutenzione rischiano di diventare colonie di batteri e virus, i quali si nascondono proprio all’interno dell’evaporatore.

I filtri proteggono da polline e polvere provenienti dall’esterno, ma esistono microrganismi che si creano all’interno dell’impianto stesso e che possono essere rimossi solo con una pulizia periodica con detergenti specifici. Questa eviterà cattivi odori, ma anche mal di gola e altri problemi legati alla respirazione.

Quanto consuma l’aria condizionata in auto?

Risulta piuttosto difficile valutare con precisione il consumo dovuto all’aria condizionata in auto, visto che questo varia a seconda del modello o del tipo di alimentazione dell’auto, che sia elettrica, ibrida o tradizionale, ma anche dalle dimensioni dell’abitacolo, dall’utilizzo di altri apparecchi (radio, navigatori satellitari) e anche dalle temperature esterne.

In generale, comunque, quando accendiamo l’aria condizionata, la nostra macchina avrà bisogno di più energia.

Per mantenere attivo l’impianto, il motore, in media, dovrà fornire una potenza di 2-3 kW in più. Se quindi una parte della potenza impiegata dal motore serve a far funzionare l’impianto, il veicolo, subendo una riduzione della potenza tenderà a rallentare: per non variare la velocità quindi, occorrerà accelerare e quindi aumentare complessivamente i consumi di carburante.

Legge e sanzioni: quando non puoi tenere il climatizzatore acceso

Tenere l’auto ferma con il motore acceso causa un inutile consumo di carburante e provoca emissioni aggiuntive di CO2 nell’aria. Ecco perché fermarsi e mantenere l’aria condizionata accesa è vietato e sanzionato dal Codice della Strada.

Come dice il comma 7-bis dell’art. 157: «È fatto divieto di tenere il motore acceso, durante la sosta del veicolo, allo scopo di mantenere in funzione l’impianto di condizionamento d’aria nel veicolo». La multa, piuttosto salata, va dai 223 ai 444 euro.

Un ulteriore aspetto su cui riflettere quando si parla di climatizzare la nostra auto: riflettere su un utilizzo più consapevole, scegliendo magari una sosta all’ombra, permette di risparmiare molto, impattando meno sull’ambiente e, allo stesso tempo, sul nostro portafogli.

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