Genova, Palermo, Firenze e Napoli saranno le quattro città che sperimenteranno per prime il Reddito Alimentare, un progetto che punta ad aiutare le famiglie in difficoltà e a contrastare lo spreco alimentare.
L’avviso, pubblicato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali a inizio febbraio, invita ora le città a presentare i loro progetti entro il 31 marzo.
Che cos’è il reddito alimentare?
Promossa dalla viceministra al Lavoro, Maria Teresa Bellucci, l’iniziativa del Reddito Alimentare non consiste nella distribuzione di un assegno per una specifica fascia della popolazione (come era stato per il Reddito di Cittadinanza e per la Social Card). Si tratta piuttosto di un finanziamento di oltre 5 milioni di euro per la creazione di un Fondo del Reddito Alimentare.
Tale fondo servirà a finanziare un programma pilota che coinvolgerà istituzioni locali, esercenti alimentari e organizzazioni del terzo settore (che si occuperà della distribuzione del cibo). L’obiettivo è quello di creare una catena virtuosa, in cui anziché buttar via cibo ancora buono ma non vendibile nei supermercati per confezioni danneggiate o scadenze troppo ravvicinate, si redistribuirà a chi ne ha bisogno.
A chi è destinata l’iniziativa?
I benefici del Reddito Alimentare saranno quindi destinati ai soggetti individuati direttamente sul territorio attraverso le organizzazioni partner e i servizi sociali competenti.
L’iniziativa si propone come un aiuto per chi, nonostante la situazione economica precaria, non ha mai potuto beneficiare di aiuti alimentari in passato: l’iniziativa infatti raggiungerà anche coloro che si trovano solo momentaneamente in difficoltà e non hanno accesso a un pasto caldo.
Importante il ruolo del progetto nel contrastare lo spreco alimentare. Per supermercati e alimentari, gli sconti e i box-convenienza molto spesso non bastano a contrastare l’enorme spreco di prodotti alimentari, un problema ancora troppo diffuso nonostante le tante implicazioni sociali, economiche ed ambientali. Proprio in occasione della Giornata contro gli sprechi alimentari (che si celebra il 5 febbraio ogni anno), WWF ha diffuso i dati dell’Osservatorio Waste Watcher: in Italia, nonostante una crescente sensibilità al tema degli sprechi alimentari, viene buttato via mezzo chilo di cibo a testa a settimana, 25 kg in un anno (soprattutto frutta e verdura, latte, yogurt, pane)
Un progetto interessante, quindi, quello del Reddito Alimentare che unirebbe la possibilità di un aiuto concreto alle persone in difficoltà a una gestione più accorta delle riserve alimentari. Vedremo ora come i diretti interessati gestiranno questi fondi: i Comuni dovranno presentare, entro il 31 marzo, i progetti con cui attueranno il meccanismo virtuoso che coinvolgerà esercenti, bisognosi e volontari.
Nata a Roma nel 1993, si è laureata in Lettere, con specializzazione in Storia Contemporanea. Attenta al mondo che la circonda, crede fortemente nel potere della collettività: ognuno, a modo suo, può essere origine del cambiamento. Amante del cinema e della letteratura, sogna di scrivere la storia del secolo (o almeno di riuscire a pensarla).