I centri urbani delle città sono sempre più trafficati e le emissioni di CO2 legate al trasporto stradale rappresentano ormai una delle principali cause dell’inquinamento atmosferico. I dati mostrano che l’auto è il veicolo preferito da chi si muove nelle grandi città, anche se i mezzi di micromobilità elettrica stanno gradualmente conquistando gli utenti.
L’Italia è il secondo Paese nell’Unione europea per tasso di motorizzazione, con 646 auto ogni mille abitanti.
Ma quali potrebbero essere i benefici per l’ambiente, la salute e per il portafoglio se vivessimo in un Paese senza auto? Trasformando le città e adattandole all’uomo (e non alle auto) si apporterebbero benefici alle persone e all’ambiente. Il pensiero di una città senza auto potrebbe essere “sconvolgente” per la maggior parte di noi. Eppure, non mancano città car free in cui i centri sono diventati veri e propri luoghi di turismo e l’utilizzo dei veicoli è stato vietato per preservare al meglio l’integrità del luogo. Il risultato? Le abitudini migliorano e le città sono in grado di offrire un cambio di passo rispetto al rumore dei motori e al traffico costante.
Viviamo in una società in cui gli spostamenti sono inevitabili, ma cambiare abitudini adottando uno stile di vita car free ha i suoi effetti positivi anche sulla salute. Anche quando le distanze lo permettono, in pochi decidono di lasciare l’auto parcheggiata e muoversi a piedi o in bicicletta. Attualmente le tecnologie ci offrono mezzi sostenibili come le bici elettriche che sono in grado di percorrere distanze medio lunghe; in linea generale, la distanza può aggirarsi da un minimo di 50 chilometri fino a un massino di 120, ma non mancano sul mercato modelli con un’autonomia fino a 200 chilometri. Paesi come Belgio e Olanda adottano da tempo mezzi alternativi di mobilità sostenibile che consentono ai lavoratori di fare la tratta casa-lavoro su un veicolo a due ruote, risparmiando anche denaro.
Le città senza auto e gas di scarico potrebbero sembrare un’utopia ma sono molti i luoghi a cui potremmo guardare con ammirazione. Alcune delle città più belle d’Europa hanno deciso di liberarsi dal traffico urbano rendendo i centri storici (ma non solo) particolarmente attrattivi. Tra le realtà d’Europa in cui non circolano automobili c’è Copenaghen, la città più popolosa della Danimarca. Da anni i governi si impegnano in politiche di mobilità sostenibile stanziando diversi fondi per ottimizzare trasporti pubblici e infrastrutture dedicate al traffico delle biciclette. Non a caso, la città vanta di un’ampia rete di piste ciclabili che supera i 400 km di lunghezza e di una delle zone pedonali più estese del mondo.
Molto più a sud, la seconda città più popolosa della Germania, Amburgo: famosa per la sua lotta alla sostenibilità, punta ad aumentare il verde dedicato a pedoni e biciclette per favorire l’utilizzo di nuovi mezzi come bici e monopattini, dopo aver ridotto il suo altissimo tasso di inquinamento.
E se pensassimo anche noi di fare a meno dell’automobile per contribuire a una netta riduzione dell’impatto ambientale, anziché puntare esclusivamente a una transizione tecnologica che vede come protagoniste indiscusse le auto elettriche? Ci troveremmo, inevitabilmente, davanti a un cambio radicale che porterebbe a nuovi stili di vita accompagnati da una diminuzione degli impatti ambientali, sociali ed economici derivanti dai veicoli privati.
Perseguire uno stile di vita car free richiede il supporto di istituzioni pronte ad adottare politiche e iniziative adeguate. Per favorire la diffusione di una mobilità sostenibile priva di auto è importante effettuare interventi urbani mirati, come la realizzazione di piste ciclabili o corsie preferenziali dedicate ai mezzi di trasporto pubblico ma, attualmente, l’Italia sta puntando poco su una mobilità dolce e (completamente) sostenibile. Il risultato di una collaborazione tra governi e cittadini potrebbe essere sorprendente, tanto da giungere alla creazione di metropoli ecologicamente responsabili.
Non dimentichiamo che per poter migliorare la vita nelle città servono non solo cambiamenti strutturali ma anche un’idea “intelligente” di mobilità.

Classe 1993, si è laureata in Lingue, letterature e comunicazione interculturale. L’amore per la natura la conduce a interessarsi di sostenibilità in tutte le sue declinazioni.
Appassionata di tecnologia, spera che un giorno le innovazioni possano contribuire a risolvere le problematiche principali del nostro Pianeta.