Come parlano i delfini: la complessità del linguaggio del mare

da | Ago 17, 2023 | ambiente, estate | 0 commenti

Suoni e comunicazione, un linguaggio fondamentale all’interno dell’esistenza dei delfini che così interagiscono tra di loro. Durante i primi anni di vita sviluppano un suono distintivo, unico per ogni delfino, che li differenzia dagli altri al pari del nome per gli uomini. Ognuno di loro possiede un suono unico, una sorta di fischio, che li differenzia dal resto del gruppo.

Esattamente come accade per l’uomo anche i delfini dialogano ma, a differenza del primo, risultano molto più educati e cortesi. La comunicazione non prevedere prevaricazioni, ognuno attende che l’altro finisca di interagire e nessuno alza i toni. L’educazione è parte integrante del mondo del delfini, dimostrando la loro intelligenza, ma anche una comunicazione molto ricca e articolata. Non solo, quando parlano con i cuccioli tendono a cambiare modo e tono, esattamente come accade per le mamme umane.

Delfini, come parlano

Delfino

I delfini e il loro mondo, da sempre, suscitano grande interesse e curiosità, in particolare la comunicazione che mettono in atto tra di loro e nei confronti dei cuccioli. Come abbiamo scoperto utilizzano un linguaggio educato, corretto, ognuno di loro vanta un suono distintivo che li caratterizza. Dai tanti studi condotti negli anni è emerso come questi animali, così intelligenti, siano anche molto gentili e simpatici, oltre a vantare una vasta proprietà linguistica.

Non solo, anche il linguaggio corporeo è parte integrante della comunicazione dei delfini, che è molto più simile a quella umana di quanto si possa pensare. Il corpo è parte integrante di questa interazione, come ad esempio la postura a S che viene messa in atto quando devono corteggiare e quando è in corso una discussione accesa. Il corpo serve a mostrare forza, rabbia, nervosismo, mentre quando si sfiorano con le pinne e con la pelle stabiliscono un contatto pacifico e positivo.

Anche la coda è parte attiva della comunicazione, spesso viene sbattuta contro l’acqua quale segno di rabbia, ma anche per indicare la propria presenza o per comunicare l’intenzione di allontanarsi.

Delfini, animali intelligenti

Delfini che giocano

All’interno di un’ipotetica classifica degli animali più intelligenti i delfini occuperebbero la terza posizione, dopo scimpanzè e maiali. Non solo per le capacità linguistiche messe in atto tra simili, ma anche per l’incredibile capacità di apprendere esercizi e tecniche insegnate dall’uomo, oltre alla predisposizione all’interazione con altri esemplari che definiscono la loro indole socievole. Sono animali così intelligenti che, in caso di pericolo, interagiscono tra di loro così da definire una sorta di strategia di gruppo necessaria per mettere in salvo le femmine e il branco.

Il loro alfabeto è caratterizzato da una serie di suoni, pari a dei click, che vengono ripetuti in modo preciso per creare delle frasi e un dialogo, con tanto di pause. Dei suoni che li aiutano anche a orientarsi all’interno dell’ambiente marino, tanto da rimbalzare contro tutto ciò che incontrano, per poi ritornare indietro catturati dal tessuto adiposo all’interno della mandibola, a diretto contatto con l’orecchio medio.

Come è stato dimostrato da uno studio russo pubblicato sulla rivista “Mathematics and Physic”, che ha seguito nel tempo una coppia di delfini riuscendo a identificare le tempistiche della loro conversazione. Ma che siano animali intelligenti è cosa risaputa, basta osservarli in mare aperto quando dilettano i turisti con i loro tuffi o quando sfruttano la prua delle navi per riposare e farsi trasportare.

Il linguaggio con i cuccioli

Delfino che salta

Esattamente come accade per gli umani anche i delfini cambiano tipologia di linguaggio in presenza dei cuccioli, una caratteristica delle femmine che mettono in atto il ben noto baby talk. Modificano la frequenza delle vocalizzazioni, rallentando la comunicazione per una migliore comprensione da parte dei più piccoli. Chiamandosi anche per nome, facilitando così il dialogo e rendendo più saldo il legame. Lo studio è stato condotto dai ricercatori del Woods Hole Oceanographic Institution (WHOI), pubblicato su “PNAS”, e sottolinea la presenza di questa particolare interazione, ribattezzata anche come madrese e messa in atto anche dai pipistrelli e dai primati.

Le frequenze massime risultano leggermente più alte e quelle minime più basse, una strategia che facilita la comprensione da parte dei piccoli. Una presenza che li aiuta nella crescita, nell’ampliare il dialogo aumentando le proprietà linguistiche dei cuccioli in funzione dell’età adulta. Ma anche un filo diretto tra madre e piccolo che serve a rendere forte l’affetto e il legame reciproco.

Comunicazioni marine, cosa cambia

Balena

Nelle profondità del mare le comunicazioni possono risultare molto più intense di quanto si possa pensare, non solo delfini ma anche balene, balenottere e megattere. Queste comunicano emettendo suoni a bassa frequenza grazie alla loro laringe, con una disposizione particolare che rimanda alle frasi e ai temi. Mentre nel caso delle megattere si parla di veri e propri canti, che vengono creati e riprodotti sia per attirare le femmine sia durante la fase dei pasti. Ma ogni gruppo di megattere vanta una tipologia di canto che risulta personale e distintivo, e che con il tempo potrà subire delle variazioni e anche ampliamenti.

Invece le foche muovono le pinne riproducendo una sorta di applauso, utile ad allontanare i nemici. Le orche pare riescano anche a imitare il linguaggio umano. Una comunicazione articolata che trova un forte ostacolo nella presenza umana, nella navigazione nautica, nelle indagini sismiche o nelle esercitazioni militari. Un mix in grado di produrre rumore a livelli elevati, che può ripercuotersi sull’interazione degli animali marini tanto da incidere sulla loro capacità di orientamento e anche sulla loro sopravvivenza.

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