Con l’obiettivo di sviluppare una mobilità sostenibile, a febbraio, il Parlamento europeo ha approvato la Cycling Strategy, invitando gli Stati membri ad aumentare gli investimenti nella costruzione di infrastrutture dedicate al settore ciclabile al fine di raddoppiare i chilometri percorsi in bici nell’Unione Europea entro il 2030.
Non dimentichiamo che i trasporti rappresentano una delle prime fonti di inquinamento atmosferico e l’utilizzo di mezzi di mobilità dolce come la bicicletta sono indispensabili per poter raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2.
Una nuova strategia europea
Nonostante la bicicletta stia diventando un mezzo di trasporto sostenibile sempre più utilizzato, è chiaro che investimenti mirati sono fondamentali per far sì che la bicicletta possa essere preferita all’auto o ai mezzi pubblici per gli spostamenti dell’ultimo miglio.
Con l’approvazione da parte del Parlamento europeo, la strategia mira a promuovere la mobilità a due ruote e definisce un piano indispensabile non solo per sviluppare più infrastrutture, ma anche per creare un vero e proprio ecosistema ciclistico con opportunità di lavoro nella produzione di biciclette e relativi componenti. Le stesse associazioni di difesa della bicicletta, la Federazione europea ciclisti, le industrie ciclistiche europee, la Confederazione dell’industria europea delle biciclette e l’Associazione europea dei produttori di biciclette, hanno accolto con entusiasmo la risoluzione approvata lo scorso febbraio dal Parlamento.
Jill Warren, CEO della Federazione europea ciclisti, ha dichiarato: «Questa importante risoluzione, che riflette molte delle nostre richieste politiche e di difesa di lunga data, rappresenta una pietra miliare per il ciclismo. Applaudiamo l’intero Parlamento europeo per aver adottato una strategia ciclistica dell’UE che può sbloccare il potenziale della bicicletta per consentire a più persone di andare in bicicletta e di pedalare in modo più sicuro in tutta Europa».
Cycling strategy: 17 punti chiave
Sebbene la risoluzione del Parlamento europeo sia non vincolante, rappresenta un documento chiave per stabilire priorità politiche future e propone una serie di azioni specifiche:
- Riconoscere la bicicletta come un mezzo di trasporto a pieno titolo e sviluppare una strategia ciclistica europea specifica con l’obiettivo di raddoppiare il numero di chilometri percorsi in bicicletta in Europa entro il 2030.
- Mantenere le infrastrutture ciclabili realizzate in risposta alla pandemia da Covid-19 mediante regolari processi di pianificazione urbana e adottare azioni mirate per integrare la modalità ciclabile nei parametri per la mobilità urbana.
- Dare importanza all’intermodalità grazie alla creazione di sinergie tra l’utilizzo di biciclette e altre modalità di trasporto (aree di parcheggio sicure nelle stazioni potrebbero essere un valido incentivo all’uso di mezzi a due ruote).
- La costruzione o aggiornamento dell’infrastruttura della rete transeuropea di trasporto (TEN-T) dovrebbe sempre prendere in considerazione la mobilità ciclabile.
- Aumentare gli investimenti nella costruzione di infrastrutture ciclabili e considerare la modalità ciclabile come alternativa valida agli spostamenti dell’ultimo miglio.
- Pianificare le infrastrutture urbane conformemente alla legislatura dell’Unione europea in materia di sicurezza stradale, includendo dunque le norme di sicurezza per gli spostamenti in bicicletta.
- Includere l’industria del ciclismo nell’ecosistema della strategia industriale dell’UE e promuovere progetti che puntano a incentivare spostamenti in bicicletta.
- Sostenere il “Made in Europe” al fine di garantire posti di lavoro anche nella produzione di biciclette e componenti, stimolando la competitività dell’industria europea.
- Garantire l’accessibilità delle piste ciclabili a tutti i cittadini.
- Condurre campagne di formazione e educative per sostenere l’uso della bicicletta in sicurezza.
- Effettuare monitoraggi adeguati al fine di garantire la sicurezza e protezione degli utenti.
- Procedere ad una classificazione giuridica delle e-bike, ponendo l’accento sul loro potenziale per promuovere l’uso della bicicletta.
- Rendere disponibili parcheggi sicuri e protetti per le biciclette dotandoli di infrastrutture di ricarica.
- Promuovere l’uso della bicicletta per i dipendenti di imprese e istituzioni mediante incentivi e servizi dedicati.
- Sostenere ciclismo e cicloturismo nelle zone rurali puntando sullo sviluppo della rete europea di piste ciclabili EuroVelo, che rappresenta il più grande sistema di ciclovie al mondo grazie ai suoi 17 percorsi.
- Ridurre l’iva per la fornitura e per i servizi connessi alle bici, come noleggio e riparazione.
- Valutare l’ipotesi di designare il 2024 come anno europeo della bicicletta.
Il futuro della ciclabilità
I 17 punti appena elencati parlano, dunque, di produzione industriale e vendita di un settore che è destinato a crescere notevolmente, ma anche di turismo, sport e salute, e proprio per questo si spera che la maggior parte degli Stati membri decidano di tenere in considerazione questo importante documento.
«Le parti interessate del ciclismo sperano che la designazione proposta del 2024 come Anno europeo della ciclabilità, già sostenuto da numerosi Stati membri dell’UE nella Dichiarazione europea della ciclabilità, incoraggi i governi nazionali a intraprendere ulteriori azioni come la riduzione delle aliquote IVA, moltiplicando le iniziative per promuovere l’uso della bicicletta e replicare la storia di successo della reindustrializzazione della Portugal Bike Valley in altre regioni, con il sostegno mirato dei programmi di finanziamento europei» si legge sul sito web dalla Federazione europea ciclisti (ECF).

Classe 1993, si è laureata in Lingue, letterature e comunicazione interculturale. L’amore per la natura la conduce a interessarsi di sostenibilità in tutte le sue declinazioni.
Appassionata di tecnologia, spera che un giorno le innovazioni possano contribuire a risolvere le problematiche principali del nostro Pianeta.