Wimbledon: ecco come le palline da tennis salvano i topolini di campagna

A Wimbledon, ogni estate migliaia di palline da tennis usate vengono trasformate in rifugi per i topolini delle risaie, specie vulnerabile. Questa iniziativa sostenibile unisce sport e tutela ambientale, offrendo un esempio concreto di come eventi globali possano favorire la biodiversità.

Wimbledon: ecco come le palline da tennis salvano i topolini di campagna - immagine di copertina

    Ogni estate, i campi in erba di Wimbledon si trasformano nel palcoscenico di uno degli eventi sportivi più prestigiosi al mondo. Milioni di occhi seguono le gesta di tennisti leggendari, mentre centinaia di palline rimbalzano da una parte all’altra del campo. Ma cosa succede a quelle palline di Wimbledon dopo la fine dei match? In un’epoca in cui la sostenibilità sembra entrare in ogni ambito della vita pubblica, anche il tennis scrive la sua piccola rivoluzione verde. E lo fa nel modo più curioso e inaspettato offrendo riparo ai topi di campagna.

    Wimbledon e la sostenibilità: un’accoppiata sempre più vincente

    A Wimbledon ogni anno si utilizzano circa 55.000 palline da tennis, nuove di pacca per garantire la massima resa in campo ai campioni. Una parte viene venduta ai tifosi o devoluta alla Wimbledon Foundation, mentre il resto non finisce nel bidone.

    Dal 2000, una collaborazione con le Wildlife Trusts – in regioni come Avon, Glamorgan e Northumberland – trasforma molte di queste sfere gialle in rifugi per i minuscoli harvest mice, i topolini delle risaie. Le palline, svuotate, forate e modificate, diventano tane sospese tra 75 cm e 1,5 m dal suolo, offrendo protezione dal gelo, dalla pioggia e dai predatori naturali. Questa soluzione, semplice quanto geniale, sfrutta la forma sferica e la struttura impermeabile per imitare perfettamente i nidi che i roditori costruirebbero con fili d’erba nei campi.

    L’idea non è rimasta isolata, negli anni si è diffusa anche in altri contesti e riserve naturali, specie dopo eventi meteorologici estremi. L’iniziativa si inserisce in un più ampio impegno di Wimbledon verso la sostenibilità ambientale. Il torneo più iconico del tennis mondiale diventa così un esempio concreto di come anche lo sport possa generare impatto ecologico positivo, trasformando un oggetto destinato allo scarto in un rifugio per la vita.

    Minuscoli e minacciati: il declino dei topolini delle risaie

    palline di wimbledon

    Gli harvest mice non sono semplicemente carini da vedere. Sono una specie vulnerabile, sempre più rara nel Regno Unito. Negli ultimi decenni, il loro habitat è stato progressivamente eroso dall’agricoltura intensiva, dai pesticidi, dalla scomparsa delle siepi e dalla cementificazione delle campagne. Questi roditori, a differenza di altre specie più adattabili, dipendono da ambienti ricchi di erba alta, vegetazione spontanea e copertura naturale, dove intrecciare i loro nidi sospesi. Il taglio frequente dei campi e la riduzione delle aree palustri li espongono maggiormente ai predatori e agli sbalzi climatici. In questo contesto, l’idea di usare le palline di Wimbledon per costruire rifugi artificiali non è solo creativa, è una risposta concreta alla scomparsa di un micro-habitat. Installate in zone protette e poco disturbate, queste sfere riadattate permettono a una specie silenziosa e timida di continuare a sopravvivere in territori sempre più ostili.

    Un piccolo gesto che fa la differenza

    L’iniziativa di Wimbledon mostra come lo sport possa trasformare il consumo in tutela ambientale. Questo progetto riduce l’impatto ecologico di un evento globale e crea un legame diretto tra gli appassionati e la natura, stimolando una maggiore consapevolezza sulla biodiversità. Aprendo la strada a modelli di gestione integrati, lo sport può diventare un motore di cambiamento dove etica e sostenibilità guidano ogni scelta. Una semplice pallina, dunque, può essere il punto di partenza per un futuro più responsabile.

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