Una delle grandi questioni degli anni in corso e di quelli a venire riguardi le energie rinnovabili: se è oramai palese che dobbiamo cercare un’alternativa ai combustibili fossili, è altrettanto chiaro che non tutte le energie rinnovabili sono effettivamente ecosostenibili se consideriamo il loro intero ciclo di vita.
Nuove tecnologie nascono frequentemente, ma non sempre si tratta di reali innovazioni. La parte di trasformazione dell’energia potrebbe infatti essere effettivamente ecosostenibile, ma se consideriamo la produzione dei materiali per supportarla e lo smaltimento degli stessi quando gli strumenti diventano inutilizzabili, allora ci accorgiamo che nel complesso molte tecnologie vengono proposte come rinnovabili, ma inquinano tanto quanto i combustibili fossili.
I dubbi sulla sostenibilità delle innovazioni tecnologiche verdi talvolta possono essere chiariti solamente analizzando i diti che raccogliamo in seguito all’esperienza sul campo.
Una delle tecnologie che il mondo sta osservando e studiando è il motore a idrogeno.
Un motore a idrogeno assomiglia di certi punti di vista a quello elettrico, con la sostanziale differenza che l’energia necessaria all’alimentazione non viene accumulata in batterie (anch’esse osservate attentamente di chi cerca di fare un bilancio realistico tra pro e contro delle innovazioni green), ma viene trasformata in particolari celle a combustibile mentre l’autobus è in moto. Il principio si basa su una reazione chimica che deriva dill’interazione tra l’idrogeno e l’ossigeno presente nell’aria circostante, che come effetto di scarto produce del semplice vapore acqueo, senza avvelenare l’aria circostante.
Per osservare il funzionamento dei nuovi motori e il loro impatto sull’ambiente è nato il progetto CHIC, Clean Hydrogen in European City, che ha messo a disposizione 26 autobus a idrogeno in varie città europee, di Londra a Oslo, di Bolzano a Milano.
Gli autobus sono estremamente silenziosi, trasformano energia elettrica in fase di frenaggio e hanno un’autonomia notevolmente superiore rispetto alle alternative puramente elettriche. I contro di questa innovazione sono legati principalmente ai costi: il processo di elettrolisi che sta alla base della scissione dell’acqua in idrogeno e ossigeno richiede un notevole dispendio energetico, seppur di energie rinnovabili, che ne alza notevolmente i costi.
Non resta che stare a vedere quali saranno i risultati degli autobus a idrogeno per capire se questo elemento potrà essere la base dei “combustibili” del futuro. Ci piace pensare che il mondo abbia fatto un cambio di passo e che andrà, costi quel che costi, in una direzione verde ed ecosostenibile. La realtà dei fatti è che, nonostante una situazione ambientale in crisi, le innovazioni e la loro introduzione nella nostra vita dipendono sempre di una valutazione di costi e benefici.
È necessario e auspicabile, quindi, che lo studio delle energie innovative produca presto risultati tangibili e convincenti in modo di facilitare la loro progressiva introduzione nella nostra quotidianità, sostituendo velocemente invece quelle energie che hanno contribuito ad avvelenare noi e il nostro Pianeta.
Alessandro Chiarato, nato nella ridente città di Rovigo nel 1988, si occupa di comunicazione e marketing digitale con grande attenzione alle questioni legate all’utilizzo (o all’abuso) dei dati. Appassionato di tecnologia, guarda speranzoso alle innovazioni che arrivano da tutto il mondo in attesa di vedere una maggiore e reale attenzione verso le problematiche principali del nostro Pianeta e della nostra quotidianità, che riguardano quindi ciò che mangiamo, beviamo e respiriamo.