L’inquinamento da plastica è uno dei problemi ambientali più urgenti da dover affrontare. Negli ultimi anni, la produzione di oggetti in plastica e il loro consumo sono cresciuti in maniera esponenziale, provocando ingenti fenomeni di inquinamento sia sulla terraferma che in mare.
Molti prodotti in plastica sono monouso ma durano centinaia di anni nell’ambiente, provocando danni inestimabili all’ecosistema.
Un grosso problema è dato dagli imballaggi in plastica.
Packaging eco-friendly
La ricerca è al lavoro per generare materiali che siano sempre più eco-friendly. Nel frattempo, però, il sistema industriale ancora continua a usare la plastica per soddisfare una domanda che è in continua e costante crescita.
Le aziende del packaging, dal canto loro, stanno cercando soluzioni di economia circolare per riuscire da un lato a stare al passo con le continue richieste del mercato, dall’altro lato a garantire la riciclabilità totale dei loro prodotti in plastica.
In tal senso, l’Italia si pone come leader a livello europeo.
Riciclo e nuovi materiali
Il Consorzio Corepla ha infatti posto le basi per riciclare nel miglior modo possibile nuovi materiali, come le vaschette in PET, gli imballaggi in polistirolo e i vassoi in XPS, ovvero quelle vaschette bianche in polistirene dove al supermercato sono conservati prodotti freschi come carne, frutta, pesce e ortaggi.
Lo scopo è dare avvio al riciclo di questi rifiuti così da consentire la produzione di granuli di materie prime seconde con cui creare nuovi imballaggi, secondo le linee delle politiche nazionali ed europee dell’end of waste.
I rifiuti in PET, polistirolo e XPS provenienti quindi dalla filiera sono – previa opportuna selezione – condotti nell’impianto della Forever Plast. Qui, vengono dapprima analizzati in laboratorio al fine di assicurarsi che il materiale in ingresso sia idoneo per le operazioni di riciclo, e quindi poi avviati al riciclo. Durante tale procedimento, il rifiuto viene sottoposto a varie fasi di lavorazione, quali:
- macinazione
- lavaggio
- asciugatura
- essiccazione
- estrusione
Dopo tutti questi passaggi, il materiale originale è trasformato in nuova materia prima come granuli di polistirene e scaglie di PET.
Il processo di trasformazione appena descritto è unico in Europa, tanto che, dall’estero, sempre più aziende inviano i loro rifiuti in Italia.
Le nuove materie prime così ottenute sono a questo punto condotte in un ulteriore stabilimento dove vengono trasformate prima in una bobina di prodotto semilavorato e poi in vaschette e imballaggi destinati alla GDO e all’industria alimentare in genere.
Italia leader in Europa
Un vero e proprio esempio di economia circolare di alto livello che funziona. E i numeri parlano chiaro. Nel 2021 sono state avviate a questa filiera di riciclo circa 3200 tonnellate di vaschette in PET. Nel 2022, circa 4100 tonnellate (+28%). Per il 2023, l’obiettivo è di raggiungere le 10.000 tonnellate.
Risultato di ricerca, tecnologia e innovazione, questa filiera del riciclo made in Italy è diventata a tutti gli effetti un esempio di buone pratiche che sta facendo scuola nel mondo e che contribuisce a migliorare, attenuandolo, il nostro impatto sull’ambiente.

Classe 1982, cremonese d’azione. Copywriter, web content editor e SEO specialist, scrive contenuti per vari siti e portali, e collabora con varie agenzie di comunicazione e digital marketing. Scrive anche per il suo travel blog personale difotoediviaggi.it, creato insieme al marito con il quale condivide la passione per i viaggi. Sia per formazione professionale che per passione personale, i suoi ambiti di specializzazione sono il green e la sostenibilità, l’alimentazione e il fitness. Convinta che il nostro benessere cominci da noi stessi, segue una dieta flexitariana e non manca mai al suo allenamento quotidiano in palestra e in piscina. Nel tempo libero ama leggere, andare per mostre e musei e, ovviamente, preparare un trolley e prendere il primo volo, preferibilmente diretto verso mete insolite e ancora poco conosciute dal turismo di massa.
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