La Camera approva la legge sui reati contro gli animali: tutte le novità

da | Nov 28, 2024 | ambiente, politica | 0 commenti

L’approvazione della nuova legge sui reati contro gli animali da parte della Camera rappresenta una svolta epocale per la tutela dei diritti degli animali in Italia. Questo provvedimento mira a colmare le lacune normative che per anni hanno reso difficile perseguire adeguatamente chi commette crimini contro gli animali. Con pene più severe e un nuovo approccio culturale, la legge cerca di rispondere alla crescente sensibilità sociale nei confronti del benessere animale.

Scopriamo insieme cosa prevede la nuova legge sui reati contro gli animali.

Le principali novità introdotte

La nuova normativa modifica profondamente il Codice Penale con l’obiettivo di rendere più efficace la lotta contro i maltrattamenti e gli abusi sugli animali. Vediamo nel dettaglio i punti chiave.

  • Aumento delle pene per l’uccisione di animali. Prima della riforma, le pene per chi uccideva un animale prevedevano da 4 mesi a 2 anni di carcere. Mentre, ora si passa a una reclusione che va da 6 mesi a 3 anni, con una multa aggiuntiva tra 5.000 e 30.000 euro, prima inesistente. Inoltre, tra le aggravanti, se l’atto include sevizie o è volto a prolungare le sofferenze dell’animale, la reclusione sale fino a 4 anni e la multa raddoppia, arrivando a 60.000 euro.
  • Maltrattamenti sugli animali. Le pene per maltrattamenti, prima limitate a 3 mesi nel minimo e 18 mesi nel massimo, ora sono state aumentate a 6 mesi e 2 anni, con una multa obbligatoria da 5.000 a 30.000 euro. Dunque, gli atti di violenza o abusi non sono più trattati con superficialità, riconoscendo agli animali uno status di soggetti meritevoli di tutela.
  • Combattimenti e competizioni illegali. Organizzare o partecipare a combattimenti tra animali è punito da 1 a 4 anni di reclusione con multe fino a 30.000 euro. Anche chi partecipa come spettatore può essere sanzionato, dimostrando un approccio più stringente e inclusivo.
  • Protezione degli animali selvatici. Le nuove disposizioni non si limitano a cani e gatti, ma includono anche la fauna selvatica. Per reati come la cattura illegale o il danneggiamento di habitat protetti, le pene sono state raddoppiate, con ammende fino a 8.000 euro e carcere fino a 2 anni.
  • Stop alla catena. Infine, tenere gli animali alla catena (un atto disumano e dannoso) è ora vietato a livello nazionale. Le sanzioni previste vanno da 500 a 5.000 euro, uniformando le normative regionali.

La nuova legge: una tutela sui reati contro gli animali

Uno degli aspetti più significativi della legge è la modifica semantica nel Codice Penale. Il titolo IX bis cambia da “Dei delitti contro il sentimento dell’uomo per gli animali” a “Dei delitti contro gli animali”. Questa trasformazione riflette un cambio di paradigma: la tutela non è più legata al “sentimento umano”, ma si riconosce all’animale un valore intrinseco come essere vivente dotato di diritti.

Molte organizzazioni, come la LAV (Lega Anti Vivisezione), hanno accolto con favore il provvedimento. Tra i punti positivi:

  • la possibilità di affidare definitivamente gli animali sequestrati a cittadini o associazioni ancora prima della conclusione del processo.
  • L’introduzione di aggravanti, ad esempio per reati commessi alla presenza di minori o diffusi attraverso strumenti digitali.

Tuttavia, la LAV sottolinea anche che le nuove pene non sempre garantiscono una reale deterrenza. Molti reati, come il maltrattamento o l’abbandono, possono ancora essere puniti con misure alternative al carcere, come la “messa alla prova”.

In definitiva, questa legge è solo un primo passo. Riconoscere gli animali come fratelli minori, come ha sottolineato l’onorevole Michela Brambilla, richiede un cambio culturale che vada oltre le aule parlamentari. Pertanto, ogni cittadino ha la responsabilità di vigilare e denunciare gli abusi, contribuendo così a creare una società più giusta per tutti gli esseri viventi.

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