In Svezia la chiamano “Julbock”, in Norvegia “Julebukk”, in Finlandia “Olkipukki”, cambia il suo nome ma non il suo aspetto. Stiamo parlando della capra di paglia nota come capra di Yule, legata con nastri di colore rosso. Può essere piccola, media o gigante, ha origini pagane e in Scandinavia è un simbolo del Natale, sebbene non abbia sempre goduto di buona fama. Scopriamone la storia e come realizzarne una grazie al fai da te.
Origini della capra di Yule
A quanto pare le origini vanno rintracciate nelle pratiche spirituali scandinave precristiane e nello specifico, nelle capre del dio nordico Thor, Tanngrisnir (Gap-Tooth) e Tanngnjóstr (Tooth-Grinder), che trainavano il suo carro e ogni sera venivano macellate per risorgere la mattina seguente.
Simile anche l’antica tradizione svedese del cosiddetto sacrificio di Yule (Jul), durante la quale una persona vestita di pelli di capra veniva simbolicamente macellata e poi riportata in vita al mattino, spiega The Wandering Witch. Fra l’altro Jul (Yule) è anche il nome della festa del solstizio d’inverno, durante la quale si dava il benvenuto al nuovo anno celebrando la rinascita del sole.
Con l’avvento del Cristianesimo l’usanza scomparve e Julbock cominciò a essere considerato un demone che la notte di Natale vagava per le case chiedendo offerte e spaventando i cristiani. Successivamente la sua reputazione cambiò e in Scandinavia la capra di Yule divenne un essere benevolo, che portava di casa in casa piccoli doni alle famiglie. In seguito alla popolarità di Babbo Natale, la capra tradizionale è stata progressivamente sostituita da Jultomte, ovvero Santa Claus, sebbene l’usanza continui.
Per quanto riguarda l’utilizzo della paglia, probabilmente si deve al fatto che un tempo si riteneva che l’ultimo fascio di grano del raccolto annuale contenesse lo spirito del raccolto. Parte della paglia veniva sparsa sul pavimento, parte utilizzata per dare vita alla capra di Yule, cui si attribuiva la capacità di allontanare gli spiriti maligni.
La capra di Gävle
La capra gigante di Gävle, chiamata Gävlebocken, venne eretta per la prima volta nel 1966. Era alta circa 13 metri e pesava 3,5 tonnellate. A volerne la costruzione furono i commercianti del luogo, convinti che potesse diventare un’attrazione turistica.
In effetti l’idea piacque molto e ancora oggi i cittadini partecipano all’inaugurazione annuale, ma c’è anche chi, puntualmente, le dà fuoco, considerandola un simbolo del consumismo. Qui è possibile vederla in live streaming. Per ora è ancora intatta.
Capra di Yule fai da te
La capra di Yule vi ha conquistati? Che ne dite di provare a farla con le vostre mani? Procuratevi corone di paglia, nastri rossi, spago o filo.
- Inserite 3 corone di paglia in un recipiente riempito con acqua calda e lasciatele in ammollo almeno 5 ore. Dopodiché fatele asciugare per qualche ora.
- Rimuovete i fili dalle corone in modo da ricavarne singoli steli di paglia. Unite gli steli con l’aiuto di filo o spago, come spiegato nel video, e tagliate le estremità del fascio di paglia così realizzato.
- Ripetete l’operazione utilizzando un’altra corona di paglia, ma questa volta suddividete in due parti gli steli di un’estremità e in 4 parti gli steli dell’altra estremità.
- Piegate questi ultimi da un lato e dall’altro, posizionando al centro un altro fascio di paglia, fissandolo sempre con filo o spago.
- A questo punto dovrete suddividere nuovamente le due parti appena realizzate, secondo indicazioni del video tutorial.
- Una volta pronta la struttura di base, irrigidite il collo della capra annodando intorno più volte lo spago, quindi piegate la paglia in corrispondenza della testa della capra, continuando ad annodare intorno lo spago.
- Non resta che realizzare le trecce di paglia e aggiungere lo spago rosso.
Laureata in Scienze dei Beni Culturali, redattrice web e illustratrice. Fin dall’adolescenza il suo animo irrequieto l’ha condotta in giro per il mondo. Quando viaggia, adora immergersi nei mercati di oggetti e abiti artigianali, assistere ad antichi rituali, scoprire maschere tradizionali e ascoltare fiabe e leggende del folklore locale. È anche appassionata di arte, riciclo creativo e fai da te. Con SpiceLapis ha realizzato “Memento Mori, guida illustrata ai cimiteri più bizzarri del mondo”. Nel 2018 ha dato vita a Mirabilinto (www.mirabilinto.com), labirinto di meraviglie illustrate nato per valorizzare in chiave creativa il folklore del mondo.