
C’è un momento, nel quotidiano di tutti noi, in cui fissiamo quell’oggetto da eliminare con la mente nel panico e il cuore pieno di dubbi. È la famosa crisi del “Dove si butta?”. Succede a tutti: magari siamo convinti di essere diventati esperti di raccolta differenziata, poi arriva lui – il tubetto del dentifricio, il tappo del vino, la bustina del tè – e manda tutto all’aria. La verità è che non tutti i rifiuti sono così intuitivi da smaltire, e spesso i più piccoli e innocui sono anche i più complicati da classificare.
La confusione è normale: ogni Comune ha le sue regole, e spesso anche le etichette “riciclabili” possono trarre in inganno. Ma buttare nel bidone sbagliato può rendere inutilizzabile un intero carico di materiale riciclabile. E voler riciclare a tutti i costi, spesso, fa più danni che altro: è il paradosso del wishcycling. Un solo errore può compromettere la buona volontà di un intero quartiere.
Ecco perché è importante imparare a riconoscere i rifiuti più ambigui, quelli che ci mettono davvero alla prova quando si tratta di differenziare in modo corretto. In questo articolo rispondiamo alla domanda “Dove si butta?” per i 25 oggetti più insidiosi del nostro quotidiano.
Sommario
- Tappi in sughero
- Bustine del tè
- Spazzolini da denti
- Vaschette in polistirolo
- Scontrini
- Cartoni della pizza
- Tubetti del dentifricio
- Capsule del caffè
- Lenti a contatto
- Sacchetti del pane
- Retine delle arance e degli agrumi
- Coperchi di barattoli in metallo
- Dischetti di cotone
- Lame dei rasoi usa e getta
- Penne a sfera
- Guanti in lattice o nitrile
- Bigodini e forcine
- Candele consumate (con o senza stoppino)
- Custodie per CD e DVD
- Gomma da cancellare
- Contenitori del deodorante spray
- Occhiali da vista o da sole
- Spazzole per capelli
- Rullini fotografici e pellicole
- Accendini usa e getta
- Differenziare è un atto politico (e quotidiano)
Tappi in sughero
Naturali, leggeri, biodegradabili: i tappi in sughero sono amati da chi beve vino e da chi ama il fai da te. Ma dove si buttano? Non nel vetro, né nella plastica: vanno nell’organico, perché sono un materiale vegetale. Alcuni Comuni, però, richiedono di metterli nell’indifferenziata, quindi meglio verificare. In alternativa, si possono riutilizzare per lavoretti creativi o portarli in appositi contenitori per il riciclo (ad esempio nei supermercati più green).
Bustine del tè
Sembrano innocue, ma alcune bustine del tè sono sigillate con colle sintetiche o contengono parti in plastica, per cui non vanno nell’organico. Se sono interamente in carta o fibre naturali, si possono compostare (filtrino incluso). In caso contrario, meglio separare la bustina dal contenuto: le foglie vanno nell’organico, l’involucro nell’indifferenziata. Se vuoi andare sul sicuro, scegli tè sfuso o marchi che dichiarano la compostabilità delle bustine.
Spazzolini da denti
Lo spazzolino classico è composto da plastica dura, nylon e a volte gomma, materiali tutti diversi tra loro, il che lo rende non riciclabile nella raccolta domestica. Dove si butta quindi? Va nell’indifferenziata, anche se esistono alternative più sostenibili come quelli in bambù compostabile o con testine intercambiabili. Molti brand hanno anche lanciato programmi di raccolta per lo smaltimento specifico: cerca i punti di raccolta nella tua zona.
Vaschette in polistirolo
Quelle che contengono carne, pesce o formaggi spesso sono fatte in polistirolo espanso. Questo materiale è tecnicamente riciclabile, ma non tutti i centri di raccolta lo accettano, quindi viene trattato come indifferenziato. Alcuni Comuni, però, consentono di gettarlo nella plastica se ben pulito. In ogni caso, evita di sporcarle troppo e consulta sempre le linee guida locali. Meglio ancora: compra sfuso o porta i tuoi contenitori riutilizzabili.
Scontrini
Gli scontrini sembrano carta, ma non lo sono del tutto. Quelli tradizionali sono stampati su carta termica, che contiene bisfenolo A (un composto chimico dannoso per l’ambiente) e non può essere riciclata come la normale carta. Va quindi buttata nell’indifferenziata, a meno che il tuo Comune non usi scontrini su carta ecologica (in quel caso, verifica sul sito del gestore dei rifiuti). Il consiglio green? Chiedi la versione digitale quando possibile e riduci l’accumulo di ricevute inutili.
Cartoni della pizza
Altro grande dilemma: dove si butta il cartone della pizza? Se pulito, può andare nella carta. Ma se è unto o sporco, va nell’organico (se il Comune lo consente) o, in mancanza di alternative, nell’indifferenziata. Una buona idea è separare le parti: taglia via le zone pulite e mettile nella carta, butta il resto nell’umido. Meglio ancora se il cartone è compostabile: sempre più pizzerie lo stanno adottando.
Tubetti del dentifricio
Anche qui, la composizione mista crea confusione: plastica fuori, alluminio dentro. Dove si butta una volta strizzato tutto il dentifricio? I tubetti tradizionali non sono riciclabili e vanno nell’indifferenziata, a meno che non siano vuoti e completamente in plastica. Alcuni marchi producono dentifrici in tubetti di alluminio riciclabile o in pastiglie solide. Un altro trucco? Taglia il tubetto a metà per usarlo tutto e ridurre gli sprechi.
Capsule del caffè
In plastica, alluminio o compostabili? Ogni capsula fa storia a sé. Dove si butta quindi? Le compostabili possono andare nell’umido (verifica l’etichetta), mentre quelle in plastica o alluminio devono essere raccolte separatamente. Molti brand offrono contenitori di raccolta presso negozi e supermercati. Riutilizzarle è possibile, ma servono pazienza e creatività. O meglio ancora: torna alla moka.
Lenti a contatto
Piccolissime ma inquinanti come pochi: le lenti a contatto non vanno nel WC, né nel lavandino. Contengono materiali plastici che non si degradano e possono finire nei fiumi e mari. Vanno gettate nell’indifferenziata, così come il blister. Il contenitore di cartoncino, invece, va nella carta. Una soluzione sostenibile? Le lenti mensili.
Sacchetti del pane
Sembrano carta, ma spesso sono plastificati all’interno per evitare che il pane perda croccantezza. Se il sacchetto ha uno strato plastico visibile, va nell’indifferenziata. In caso contrario, se è solo carta e non troppo unto, può andare nella raccolta carta. Come sempre, taglia le eventuali finestrelle trasparenti e separa i materiali.
Retine delle arance e degli agrumi
Quelle retine colorate che avvolgono arance, limoni o cipolle sono spesso in plastica (polietilene o polipropilene), anche se sembrano tessuto. Vanno quindi buttate nella plastica, ma attenzione: se sono sporche di terra o marce, è meglio gettarle nell’indifferenziata. Se hai tempo, puoi riutilizzarle per realizzare spugne da lavaggio o porta-saponi fai da te.
Coperchi di barattoli in metallo
Sembrano semplici da differenziare, ma spesso il dubbio è se separarli o no dal barattolo. Sì, vanno separati e buttati insieme al barattolo nel contenitore del metallo (di solito nella plastica/metalli in Italia). Se il tappo ha guarnizioni in plastica, non è un problema: viene separato in fase di trattamento. Un buon gesto è non chiuderli ermeticamente per facilitare il lavoro agli impianti.
Dischetti di cotone
Usati per struccarsi o per la pulizia dei bimbi, sembrano compostabili, ma attenzione. Se inumiditi con prodotti chimici (struccante, disinfettante, solventi), vanno nell’indifferenziata. Solo se usati con acqua semplice (rari casi), possono essere buttati nell’organico. Vuoi la soluzione green? Passa ai dischetti lavabili in tessuto, che durano anni.
Lame dei rasoi usa e getta
I rasoi usa e getta sono un mix di plastica e metallo fusi insieme: non riciclabili. Vanno nell’indifferenziata, sempre protetti per evitare incidenti. Non vanno mai gettati sfusi nei sacchi. Esistono alternative riutilizzabili come i rasoi di sicurezza o quelli con testine intercambiabili, che riducono sensibilmente lo spreco.
Penne a sfera
Le penne bic e simili non sono riciclabili nella raccolta plastica, perché composte da più materiali incollati. Vanno nell’indifferenziata, ma alcune aziende e cartolerie raccolgono strumenti da scrittura usati per avviarli al riciclo industriale. Cerca i contenitori TerraCycle nella tua zona.
Guanti in lattice o nitrile
Usati in cucina, in bagno o per le pulizie, i guanti monouso non sono riciclabili. Anche se sembrano gomma naturale, spesso sono misti a sostanze sintetiche e vanno nell’indifferenziata. Durante la pandemia sono stati una delle principali fonti di inquinamento. L’alternativa? Guanti in gomma riutilizzabili e duraturi, da lavare con acqua calda e sapone.
Bigodini e forcine
Sì, anche questi piccoli oggetti possono mandare in crisi il bidone. I bigodini in plastica o spugna e le forcine in metallo non vanno nella raccolta differenziata: vanno nell’indifferenziata. Essendo oggetti troppo piccoli o compositi, non vengono separati correttamente negli impianti. Meglio conservarli e riutilizzarli finché possibile.
Candele consumate (con o senza stoppino)
La cera residua, anche se vegetale, non è organico. I resti delle candele, compresi stoppino e contenitore in alluminio o vetro, devono essere separati. Il vetro va nel vetro (ovviamente), ma la cera e lo stoppino vanno nell’indifferenziata. Un’alternativa ecologica? Riutilizzare la cera per fare nuove candele o preferire quelle senza contenitore.
Custodie per CD e DVD
Oggi sempre più rari, ma ancora presenti in molte case, le custodie dei CD sono fatte in polistirene (PS), una plastica rigida che non sempre viene accettata nella plastica domestica. Controlla nel tuo Comune: spesso vanno nell’indifferenziata. Dove si butta il disco stesso? Anche lui indifferenziato. Ma puoi donarli, riutilizzarli per bricolage o portarli ai centri di raccolta RAEE se accettati.
Gomma da cancellare
Sembra innocua, ma è spesso fatta di PVC o altre gomme sintetiche. Dove si butta quindi? Non va nella plastica, né nella carta: deve finire nell’indifferenziata. Si tratta di piccoli oggetti difficili da separare nei centri di smaltimento. Alcuni produttori propongono gomme più sostenibili in gomma naturale o materiali riciclati: una scelta più amica dell’ambiente.
Contenitori del deodorante spray
Quelli a bomboletta sembrano semplici da smaltire, ma non tutti sanno che sono considerati rifiuti pericolosi se ancora pieni. Se completamente vuoti, vanno nel metallo (dove si conferisce la plastica/metallo). Se contengono ancora gas o liquido, vanno portati all’ecocentro come rifiuti speciali. Preferisci i deodoranti solidi o ricaricabili per ridurre l’impatto ambientale.
Occhiali da vista o da sole
Gli occhiali sono un mix di plastica, metallo e vetro: non riciclabili nel sistema domestico. Vanno buttati nell’indifferenziata, ma esistono alternative molto più sostenibili. Molte ottiche raccolgono vecchi occhiali per inviarli a enti umanitari o riciclarne le parti. Oppure puoi donarli, riutilizzarli o usarli per progetti creativi.
Spazzole per capelli
Composte spesso da plastica, metallo e gomma, non possono essere smaltite nella plastica. Vanno nell’indifferenziata e sono molto difficili da separare negli impianti. Esistono versioni compostabili o fatte in legno naturale con setole vegetali, molto più facili da riciclare o biodegradabili.
Rullini fotografici e pellicole
Un vero dilemma per chi ancora scatta in analogico. I rullini fotografici usati non vanno nella plastica né nella carta: sono rifiuti speciali perché contengono residui chimici. Vanno portati agli ecocentri o presso i negozi specializzati. Se invece sono ancora sigillati e scaduti, meglio evitare di usarli e conferirli nei centri per rifiuti pericolosi.
Accendini usa e getta
Anche se sembrano innocui, sono tra i rifiuti più problematici. Composti da plastica, metallo e gas residuo, non possono essere buttati nella plastica. Vanno smaltiti nell’indifferenziata, oppure meglio ancora portati nei punti di raccolta dei rifiuti pericolosi se ancora parzialmente pieni. Soluzione sostenibile? Passare a un accendino ricaricabile, o a fiammiferi in legno certificato FSC.
Differenziare è un atto politico (e quotidiano)
Imparare a riconoscere questi piccoli oggetti e a buttarli nel posto giusto è un gesto che va ben oltre il cassonetto. È un modo per rispettare il lavoro di chi gestisce i rifiuti, per ridurre l’impatto ambientale e per educare chi ci sta intorno. Spesso basta un po’ di attenzione in più per fare la differenza. Salva questa lista, condividila con chi vuoi e la prossima volta che ti fermi col dubbio, saprai cosa fare.