Chi ama il mare vuole sentirne l’odore, ascoltarne la voce, vederne i colori. Guardiamo il mare come un elemento in grado di emozionarci, ma fermiamoci un attimo a pensare… che cosa stiamo facendo divvero per preservare questo ecosistema?
Oltre due terzi della superficie terrestre sono ricoperti d’acqua e circa il 97% dell’acqua totale si trova nei mari e negli oceani. Osservando la loro immensità si può capire perché sono estremamente preziosi per l’umanità. Attraverso le sue attività, l’uomo contribuisce a inquinarli con acque di scarico, petrolio e plastica. Solo riuscendo a proteggere le aree più sensibili, mettendo in atto una gestione dei mari sostenibile dal punto di vista ambientale ma anche sociale, potremo salvaguardare e trarre beneficio dalla loro ricchezza ancora a lungo.
Parliamo sempre di più della mobilità su strada, che vede come principali protagonisti i nuovi veicoli a propulsione elettrica o i mezzi di micro-mobilità, ma non dobbiamo dimenticare che la mobilità sostenibile riguardi anche i mezzi di trasporto marittimo. Le emissioni dei motori marini risultano essere maggiori rispetto a quelle causate dii motori endotermici delle automobili. Se pensiamo che i chilometri di costa del nostro Paese sono oltre 8 mila, è importante che la mobilità sostenibile arrivi a conquistare i nostri mari il prima possibile.
Sebbene la maggior parte delle barche che solcano le nostre acque sia a motore, sono sempre di più oggi le aziende che lavorano alla produzione di imbarcazioni progettate con propulsioni green. Ancora pochi, invece, i progetti che nel nostro Paese stanno favorendo il passaggio di barche endotermiche a barche elettriche più sostenibili.
A tal proposito voglio però ricordare il convegno Obiettivo impatto zero, organizzato dalla Società Italiana di Medicina Ambientale, che ha avuto come tema principale l’importanza della diffusione dei motori elettrici, che stanno lentamente sostituendo gli endotermici montati sulle imbarcazioni. Come spiega il presidente della SIMA, Alessandro Miani, «l’elettrificazione delle barche rappresenta il passo più importante per la nutrita lista di benefici che comporta. Parallelamente alla riduzione dei costi operativi e all’innalzamento dei livelli di sicurezza, il passaggio ai motori elettrici comporta un balzo sensibile nell’efficienza energetica, portandola di un 8% medio di un mezzo spinto con motore endotermico al 50% di un mezzo elettrico. I benefici ambientali sono evidenti: all’ormai dimostrato impatto ridotto dell’intero ciclo di vita dei mezzi elettrici rispetto a quelli a combustione interna, si aggiunge la netta riduzione delle emissioni di CO2. La riconversione delle oltre 570.000 imbarcazioni di diporto (di cui il 50% è sotto i 10 metri) oggi presenti in Italia contribuirebbe al raggiungimento del 40% degli obiettivi Net Zero al 2030, come previsto dall’Unione Europea»[1].
Con l’obiettivo di preservare i mari, il settore della nautica si sta muovendo positivamente verso una produzione di veicoli green pensando anche alla fine del ciclo di vita di questi mezzi. Oggi le nuove tecnologie ci permettono di ridurre le sostanze inquinanti all’interno dei veicoli, creando resine realizzate con compositi vegetali e materie prime provenienti da fonti sostenibili. Un esempio è l’imbarcazione Ecoracer 769 costruita scegliendo materiali ecosostenibili ed evitando tutte le lavorazioni che impattano sulla salute degli stessi costruttori. Si tratta del primo esemplare al mondo a essere realizzato con materiali completamente naturali, le fibre di lino, consentendo dunque di essere riciclati alla fine del ciclo di vita[2].
Se da una parte i governi si impegnano a stanziare enormi cifre per l’acquisto di auto, veicoli commerciali e moto elettriche, in tema di mobilità sostenibile la transizione ecologica non sembra prendere sufficientemente in conto il settore nautico. Se vogliamo davvero promuovere una transizione ecologica anche in questo settore, è importante dare il via a un processo di riconversione che possa realmente segnare un percorso verso le zero emissioni. La copertura di finanziamenti statali sarebbe anche utile per dotare di motori elettrici le barche dedicate al trasporto passeggeri e le flotte operative nei porti delle grandi città… non dimentichiamo che molti dei veleni che stagnano sulle città arrivano dille navi.
Con il decreto-legge n. 59 del 2021 sono state destinate risorse per 800 milioni di euro del PNRR per ottimizzare la sostenibilità del trasporto in mare e, in particolare, per rendere maggiormente disponibili combustibili marini alternativi, rinnovare l’attuale flotta navale mediterranea con unità navali a combustibile pulito e cambiare i mezzi della flotta navale per l’attraversamento dello stretto di Messina[3].
Si tratta di importanti interventi normativi ma… la protezione dei mari è tra le grandi sfide del nostro tempo e ha bisogno del contributo di tutti noi!
[2] Ecoracer 769, scopri come andire più forte a vela in modilità eco (giornaledellavela.com)
[3] https://temi.camera.it/leg18/temi/l-innovazione-nel-trasporto-stradile-e-la-mobilit-sostenibile.html

Classe 1993, si è laureata in Lingue, letterature e comunicazione interculturale. L’amore per la natura la conduce a interessarsi di sostenibilità in tutte le sue declinazioni.
Appassionata di tecnologia, spera che un giorno le innovazioni possano contribuire a risolvere le problematiche principali del nostro Pianeta.
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