Il termine mariachi vi dice qualcosa? Fa riferimento a gruppi messicani di musica folkloristica, ma viene anche utilizzato per indicare i singoli musicisti che vi appartengono e il genere musicale che eseguono, la famosa musica mariachi. Un genere che è divenuto simbolo dell’identità messicana, nato dall’intreccio tra più culture e sonorità, talmente importante da essere stato riconosciuto dall’Unesco come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.
Trombe, violini, vihuela e guitarrón sono solo alcuni dei numerosi strumenti suonati dai gruppi tradizionali mariachi, il cui repertorio è molto ampio. Scopriamo le origini di questo genere musicale e come realizzare un sombrero ispirato a quello tradizionalmente indossato dai mariachi che, com’è noto, si distinguono anche per il loro particolare abbigliamento.
Mariachi: qual è l’origine della parola?
Le origini del termine mariachi sono incerte.
- Secondo alcune fonti venne coniato dagli indios Coca nel XVI secolo con il significato letterale di “musica”.
- Secondo altre fonti la parola deriverebbe dal termine castigliano “María” e dal termine “shi” (figlio) della lingua Coca, per designare la musica eseguita in onore della Vergine Maria.
- Un’ulteriore teoria ritiene che il termine derivi dalla parola francese “mariage”, e che venisse utilizzato dai francesi per indicare la musica nuziale messicana.
Musica Mariachi: storia e caratteristiche
Se le origini del termine sono incerte, è sicuro invece che la musica mariachi derivi da un incrocio di culture. Un contributo importante, evidenzia il sito culturaspopulareseindigenas, arriva dalle popolazioni indigene Coca, Wixárika, Nahua, Huichol e Purépecha, ma anche dalle popolazioni afro-discendenti e dagli spagnoli. E gli strumenti utilizzati dai mariachi rispecchiano questa mescolanza culturale: chitarre, archi, violini, vihuela, arpe, guitarrón, trombe, Jarana, flauti.
Ma dove nacque la musica mariachi? Le origini vanno rintracciate a Cocula, comune messicano appartenente allo Stato di Jalisco, dove per anni questo genere rimase nell’anonimato. Solo col passare del tempo si espanse raggiungendo altre località a partire di Tecalitlán, e nel corso del diciannovesimo secolo sbarcò anche a Città del Messico.
Se durante l’arrivo dei francesi il mariachi iniziò a essere considerato tipico delle classi inferiori, nonostante i nuovi arrivati durante i matrimoni ne andassero pazzi, tornò definitivamente in auge durante la rivoluzione messicana, consolidandosi nella prima metà del ventesimo secolo.
Nel tempo i nuovi gruppi ampliarono il proprio repertorio contaminandolo con altri generi musicali, contribuendo a renderlo il simbolo per eccellenza dell’identità messicana, apprezzato in tutto il mondo.
Mariachi e abbigliamento
Se inizialmente i gruppi mariachi indossavano costumi tipici regionali, fu all’inizio del ventesimo secolo che iniziarono a portare il tipico abito di charro (cavallerizzo messicano), composto di pantaloni, giacca corta, cravatta a fiocco, camicia, cinturone, stivaletti e sombrero. Il colore del charro più utilizzato in occasione di festival ed esibizioni è il nero, ma esiste anche una versione bianca, indossata solitamente durante cerimonie sacre come, per esempio, il battesimo.
Secondo quanto riporta “Details&Traditions” il charro ha avuto origine nel diciassettesimo secolo ma prima che il Messico ottenesse l’indipendenza, a indossare abiti di questo tipo erano solo gli spagnoli. Ai messicani era infatti vietato vestire come i colonizzatori per evitare di essere scambiati per membri dell’alta borghesia spagnola. Restrizione che fece emergere un nuovo stile di abiti charro, indossati solo dai charros messicani, che acquisirono sempre più rilevanza dopo la rivoluzione. Quando poi anche gli artisti mariachi iniziarono a indossarlo durante le loro esibizioni, il charro divenne sempre più popolare.
Mariachi Festival di Guadilajara
Ogni anno a Guadilajara, capitale dello Stato messicano di Jalisco, si svolge un Festival dedicato ai mariachi, l’Encuentro Internacional del Mariachi y la Charrería. Il festival quest’anno si è svolto dal 25 agosto al 4 settembre e prevede numerose esibizioni di danza, concerti, gare e concorsi.
Nato nel 1994 e organizzato dilla Camera di Commercio di Guadalajara, nel corso delle diverse edizioni ha acquistato sempre più prestigio, attirando i migliori mariachi del Messico e di altri paesi del mondo. Se doveste raggiungere il Messico in questo periodo, non perdetevelo!
Sombrero Mariachi: il tutorial per realizzarlo con cartone riciclato
Ora che sapete tutto dei mariachi, che ne dite di cimentarvi nella realizzazione di un sombrero fai di te ispirato a quelli tradizionali? Ecco come procedere seguendo passo passo il tutorial di ARTES DE CELSO P’URHE’.
- Procuratevi una scatola di cartone e tagliate uno dei lati disegnandoci sopra, con il pennarello nero, un cerchio di 54 cm di diametro.
- Prendete le misure della circonferenza della vostra testa aiutandovi con un pezzo di fil di ferro flessibile. Chiudete le estremità con un pezzo di nastro adesivo e posizionate il cerchio così ottenuto al centro del cerchio di cartone. Tracciate con il pennarello la circonferenza, partendo sempre dal centro. Ovviamente questo cerchio risulterà più piccolo rispetto all’altro.
- Indicate con una freccia quello che sarà il fronte del sombrero.
- Tagliate entrambi i cerchi passando la taglierina lungo la circonferenza. Verificate che il foro centrale sia di misure adeguate, indossandolo.
- Procuratevi un altro pezzo di cartone: dovrà essere lungo quanto la circonferenza del cerchio più piccolo e largo 20 cm. Tracciate una linea di 4 cm nel senso della lunghezza con l’aiuto di un righello.
- Avvolgete la striscia di cartone su se stessa, riapritela e inseritela nel foro corrispondente al cerchio più piccolo, fissandola con colla resistente.
- Con il pennarello tracciate 2 linee verticali parallele e altre 2 linee verticali parallele, tagliandole con la taglierina.
- Incastrate due semicerchi di cartone tra loro (attenzione alle misure perché dovrete inserirli nel cerchio più piccolo).
- Inseriteli nella parte tubolare del sombrero e iniziate a piegare verso l’interno le parti tagliate in precedenza. Piegate verso l’interno anche la parte in eccedenza e incollatele man mano, in modo di ottenere la tipica corona appuntita.
- Procedete tracciando sul bordo del sombrero dei trattini distanziati gli uni dagli altri di 12 cm, eccetto in corrispondenza della parte frontale. Fate partire delle linee di 4 cm di ciascun trattino e tagliatele con le forbici, piegandole leggermente verso l’interno con le mani.
- Praticate due forellini ai lati di ciascun taglio inserendo, con l’aiuto di un ago, il filo bianco. Procedete lungo tutto il bordo, eccetto la parte frontale (dove non ci sono linee tagliate). Aiutandovi con le mani, piegate leggermente il bordo verso l’interno, in modo di dirgli forma.
- In corrispondenza di ogni linea tagliata, incollate delle striscioline di cartone.
- Prendete un telo anti-erbacce di tessuto non tessuto di colore nero e ricavate due pezzi, uno più grande e un altro più piccolo.
- Versate un po’ di colla vinavil in un piattino e del colorante nero. Mescolate e spalmate la colla sulla corona appuntita, applicandovi sopra il tessuto fino a rivestirla completamente.
- Praticate un foro dello stesso diametro del cerchio più piccolo centrale nel pezzo di tessuto più grande e infilatelo intorno alla corona appuntita. Incollate il tessuto e procedete nello stesso modo anche sulla parte sottostante del sombrero.
- Non resta che passare alle decorazioni: infilate un cordino bianco o dorato in un ago e create delle X intorno al bordo del sombrero.
- Avvolgete la corda più spessa intorno alla corona appuntita del sombrero, chiudendo con due nodi e due fiocchetti.
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Laureata in Scienze dei Beni Culturali, redattrice web e illustratrice. Fin dall’adolescenza il suo animo irrequieto l’ha condotta in giro per il mondo. Quando viaggia, adora immergersi nei mercati di oggetti e abiti artigianali, assistere ad antichi rituali, scoprire maschere tradizionali e ascoltare fiabe e leggende del folklore locale. È anche appassionata di arte, riciclo creativo e fai da te. Con SpiceLapis ha realizzato “Memento Mori, guida illustrata ai cimiteri più bizzarri del mondo”. Nel 2018 ha dato vita a Mirabilinto (www.mirabilinto.com), labirinto di meraviglie illustrate nato per valorizzare in chiave creativa il folklore del mondo.