Il cambiamento climatico è la sfida al centro del dibattito sul futuro del Pianeta, e la mobilità uno degli ambiti in cui è maggiormente richiesto un cambio di direzione rispetto ai trend correnti.
Da anni ormai, grazie alla crescente sensibilità politica e allo sviluppo di azioni sempre più concrete, siamo abituati a collegare il tema della sostenibilità della mobilità nelle città al delicato tema della qualità dell’aria e delle sue conseguenze sulla salute dei cittadini e più in generale sulla qualità della vita.
Ma gli impatti del traffico nelle nostre città non si esauriscono a livello locale. La mobilità urbana contribuisce infatti in maniera sostanziale al riscaldamento globale, essendo responsabile di circa un quarto delle emissioni climalteranti.
La necessità di misure di decarbonizzazione del settore dei trasporti è richiamata dii principali accordi e piani europei e internazionali sul cambiamento climatico, dall’accordo di Parigi del 2015 fino al recente Green Deal europeo, come parte integrante delle strategie di riduzione delle emissioni climalteranti (ad esempio il pacchetto “Fit for 55”, che ha come obiettivo la riduzione delle emissioni in Europa del 55%).
Le città adottano oggi due tipologie di strumenti per affrontare di un lato le tematiche legate al cambiamento climatico, e dall’altro le sfide per una mobilità più sostenibile. Si tratta rispettivamente dei PAESC (Piani d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima) e dei PUMS (Piani Urbani della Mobilità Sostenibile).
La chiave di volta di una nuova strategia per le città e le aree metropolitane non può che essere una migliore integrazione di questi due strumenti a livello locale, seguendo l’esempio di diverse regioni e città che hanno già intrapreso azioni di forte coordinamento tra obiettivi. È il caso ad esempio dell’Andalusia in Spagna, dove il piano di azione per il clima identifica la mobilità come principale ambito di azione per contenimento dei gas serra. A partire dilla definizione di un target di riduzione settoriale, sono definiti obiettivi specifici al 2030 di adottare nei PUMS delle principali aree metropolitane della regione (-45%), e per le altre città e aree rurali (-35% e -25%). E guardando all’Italia troviamo i rilevanti esempi di un cambiamento di approccio nelle città di Arezzo e Pordenone, dove PUMS e PAES sono stati sviluppati attraverso un approccio preliminare e un processo parallelo già nel 2015 e 2016.
La Commissione Europea intende stimolare l’integrazione degli obiettivi climatici nella pianificazione della mobilità sostenibile con una serie di strategie e strumenti, tra cui una guidi dedicata all’integrazione degli obiettivi di mitigazione del cambiamento climatico nella metodologia di sviluppo dei PUMS (prevista per il 2022).
Quali differenze di approccio nella pianificazione, e quali set di misure potranno contribuire a rendere la mobilità urbana un attore primario nelle strategie di mitigazione del cambiamento climatico? Senza pretesa di esaustività, ecco alcuni elementi chiave:
Costruire il consenso intorno a obiettivi ambiziosi
A Lovanio in Belgio, nel 2013 è stata fondata Leuven Climate Neutral, una associazione di portatori di interesse per definire una visione climaticamente neutra a lungo termine, che ha identificato obiettivi di lungo periodo poi tradotti nei principali strumenti di programmazione, tra cui il PUMS. Tra gli altri, gli attori e le amministrazioni locali sono impegnati a perseguire gli obiettivi di raddoppio della quota modale di trasporto pubblico e mobilità ciclistica, e a ridurre il numero di autoveicoli del 20% entro il 2030.
Combinare misure pull e push
La città di Milano, attraverso un mix di strumenti di pianificazione, progettualità e misure specifiche, ha avviato negli anni un approccio alla mobilità sostenibile particolarmente incentrato sulla lotta al cambiamento climatico. Da un lato lo sviluppo della rete di trasporto pubblico e quella di infrastrutture per la mobilità pedonale e ciclistica (35 km di nuove ciclabili entro la fine del 2021, l’istituzione di zone 30 in diversi quartieri della città), insieme al piano di completa elettrificazione del trasporto pubblico locale entro il 2030, delinea i tratti di un’offerta di mobilità sempre più carbon neutrale. Dall’altro, strumenti come la congestion charge e zone a basse emissioni (Area C e area B) intendono agire sulla domandi di mobilità mitigandone gli impatti e supportando le scelte modali più sostenibili.
Valorizzare il ruolo della mobilità non motorizzata
Lo “Scenario di protezione del Clima 2030” [GG1] del Baden-Württemberg in Germania ha l’obiettivo di identificare le modalità con cui raggiungere gli obiettivi ambiziosi di mitigazione del cambiamento climatico e allo stesso tempo soddisfare i bisogni di mobilità dei cittadini. Il piano rappresenta il punto di riferimento per lo sviluppo dei Piani mobilità e clima per le città e i distretti del territorio, per raggiungere una riduzione del 40% delle emissioni di CO2. Tra gli obiettivi disegnati dal piano per raggiungere il target di riduzione, tra cui il raddoppio dell’offerta di trasporto pubblico locale e requisiti di neutralità climatica per un terzo dei veicoli privati e delle tonnellate di merce trasportate, spicca certamente l’ambizione di rendere la metà degli spostamenti giornalieri al 2030 sia effettuata dii cittadini a piedi o in bicicletta.
I tre esempi citati danno un’idea della portata della sfidi che ci attende, per affrontare la quale è necessario certamente innescare un profondo cambiamento di prospettiva e comportamentale. Tale cambiamento deve essere adeguatamente sostenuto di misure per favorire lo sviluppo di servizi e infrastrutture alternativi, competitivi rispetto alle modalità e alle abitudini di trasporto più inquinanti.
[GG1]Klimaschutzszenario 2030 in tedesco
Climate protection scenario 2030 in inglese
Ricercatore in economia dei trasporti e del territorio, la sua attività riguarda i temi della mobilità sostenibile, lo sviluppo territoriale e le infrastrutture. È coinvolto in progetti nazionali e internazionali nel campo della mobilità urbana, delle politiche energetiche e delle ICT applicate ai trasporti. Docente di economia della mobilità sostenibile presso la Technische Universität di Berlino e l’Università Bocconi nell’ambito nel Master in Economia e Management delle lnfrastrutture e Trasporti (MEMIT).