Ospitare persone, che sia un amico o un parente, a casa propria per più di 30 giorni sembra un gesto di cortesia, ma la legge italiana impone un obbligo che pochi conoscono: se la permanenza supera i 30 giorni, bisogna avvisare la questura. Questa norma, nata per motivi di sicurezza e controllo del territorio, è spesso ignorata dai cittadini, ma la sua violazione può comportare conseguenze amministrative non trascurabili.
L’obbligo di comunicazione alla questura
In Italia, l’obbligo di comunicare l’ospitalità offerta a cittadini italiani o dell’Unione Europea è regolato dall’articolo 12 del Decreto-Legge 21 marzo 1978, n. 59, convertito con modificazioni dalla Legge 18 maggio 1978, n. 191. Questo prevede che chiunque ospiti o ceda la proprietà o il godimento, o consenta l’uso esclusivo di una casa o parte di esso (una stanza) per un periodo superiore a un mese, è tenuto a comunicare, entro 48 ore dalla consegna dell’immobile, all’autorità locale di pubblica sicurezza le generalità dell’acquirente, del conduttore o della persona che assume la disponibilità del bene, insieme agli estremi del documento di identità o di riconoscimento.
Chi deve rispettare questa norma?
Non solo gli albergatori o chi affitta immobili a turisti: anche chi ospita amici o familiari nella propria abitazione è soggetto a questo obbligo. Se l’ospite non è residente all’indirizzo dell’accogliente, la comunicazione diventa necessaria, indipendentemente dal legame di parentela o amicizia. L’unica eccezione riguarda i conviventi abituali, il cui domicilio è già registrato presso l’anagrafe.
Ospitare persone: le modalità di comunicazione
La comunicazione deve essere presentata alla questura territorialmente competente. Nella maggior parte dei casi, il modulo può essere inviato via PEC (posta elettronica certificata) o consegnato di persona presso gli uffici di polizia. Alcune questure mettono a disposizione modelli precompilati scaricabili dal proprio sito web, facilitando la procedura per i cittadini.
Cosa succede se non si comunica l’ospitalità?
L’omissione della comunicazione può comportare sanzioni amministrative. La legge prevede multe che possono variare a seconda della gravità della violazione e delle circostanze specifiche. Sebbene i controlli su questo obbligo siano poco frequenti, in caso di verifiche o situazioni particolari, la mancata comunicazione può essere contestata e sanzionata.
Un obbligo poco noto ma ancora vigente
Nonostante la sua scarsa applicazione pratica, questa norma è tuttora valida e potrebbe essere oggetto di verifiche, soprattutto in contesti di sicurezza e ordine pubblico. Se si ospita qualcuno per più di un mese, è consigliabile informarsi presso la questura locale sulle modalità di comunicazione per evitare possibili problemi legali.
