Perché non dovresti avere paura degli squali

da | Lug 31, 2024 | ambiente, Speciale: Estate | 0 commenti

Se sei tra quelli che quando si fanno una bella nuotata al mare cominciano a pensare che potrebbero essere mangiati da uno squalo, tranquillo non sei l’unico. La paura di essere attaccati dagli squali è molto comune, ma in realtà non ha basi scientifiche.

Se da una parte il film Lo squalo ha indelebilmente fissato questa fobia nei cervelli di molti di noi, dall’altra se si analizzano gli attacchi effettivi, i comportamenti degli squali, i dati e soprattutto l’andamento della popolazione di questi animali negli ultimi decenni, risulta evidente il perché non dovresti avere paura degli squali.

Jaws

Era il 1975 quando Steven Spielberg gira il film Jaws, cambiando per sempre il rapporto tra umani e squali. Il titolo originale si tradurrebbe con Mandibole, per richiamare il potente e implacabile morso dello squalo bianco. In Italia il film arriva con il titolo Lo squalo, ma il risultato non cambia: ogni volta che immergiamo la testa sotto acqua sentiamo quella musichetta terribile che ci fa inevitabilmente venire la pelle d’oca.

Lo squalo del film di Spielberg era implacabile e anche un po’ sadico: aspettava la gente nascosto in profondità e colpiva con precisione chirurgica. Ti dava proprio l’idea che se per caso finivi sulla sua lista nera c’era poco da fare: anche se entravi nella tua vasca da bagno eri a forte rischio.

Ma per quanto Spielberg sia un grandissimo regista e il film sia stato un successo enorme, la valenza scientifica della pellicola è paragonabile a quella di Sharknado, capolavoro del cinema trash in cui gli squali vengono risucchiati da un tornado e sparati in mezzo alla gente, mietendo vittime a destra e a manca.

Una panoramica sugli squali

Esistono circa 500 specie di squali, si va dai 20 centimetri dello squalo pigmeo ai 20 metri dello squalo balena. In generale gli squali, compreso lo squalo bianco, si nutrono di crostacei, molluschi e altri pesci; alcuni squali mangiano anche le foche, ed è qui che può nascere qualche piccola incomprensione.

È infatti idea comune che gli squali possano scambiare surfisti o uomini per foche attaccandoli, ma non è esattamente così. Il film Lo squalo non ha solo demonizzato l’animale, ma ci ha anche fuorviati sulle sue tecniche d’attacco: la paura infatti è che uno squalo parta a 200 all’ora sott’acqua e ci mangi in un sol boccone.

Ma la realtà è ben diversa.

Gli squali sono animali estremamente intelligenti, in grado di passarsi informazioni e tradizioni tra loro e di riconoscere specie diverse. Può capitare che vengano in contatto con una specie che non conoscono, come potrebbe essere l’uomo, e che valutino la situazione. Ciò significa che se mai avrete la fortuna di incontrare uno squalo durante una nuotata e avrete il sangue freddo di non iniziare a scappare impauriti (attaccandovi in pratica un cartello al collo con la scritta: “Sono una preda, mangiami!”) noterete che lo squalo sarà incuriosito da voi: comincerà a nuotarvi attorno e, soprattutto, cercherà di guardarvi negli occhi. Così come i cani, gli squali possono percepire il vostro stato d’animo. Al contempo però lo squalo non può essere certo che voi siate preda o predatore, perché non conosce la nostra specie, per questo, come tutti gli animali, tenderà a essere intimorito dalla vostra presenza, seppur incuriosito.

Dobbiamo sempre ricordarci che nel mondo animale un errore può significare la morte, per questo capita di vedere video di predatori letali, come orsi e puma, approcciare in maniera molto cauta gli esseri umani.

Ok, ma mio cuggino è stato mangiato da uno squalo

Molto difficile. Infatti, premesso che l’uomo non è nella dieta degli squali, si tratta pur sempre di animali e tra essi ce ne possono essere di meno svegli di altri. Ed ecco quindi che uno squalo potrebbe decidere di assaggiare un uomo: il morso è per lo squalo un modo di prendere informazioni, il problema è che fa danni enormi. Oltre al lembo di carne che può strappare la minaccia è rappresentata dalle infezioni, essendo i denti di squalo ricchi di batteri da cui il nostro sistema immunitario non ci può difendere.

Il punto però è che lo squalo assaggia, ma poi non mangia.

Sono rarissimi i casi in cui uno squalo ha mangiato un essere umano (e se proprio dobbiamo dirla tutta prendetevela con gli squali tigre che hanno questo vizietto, ma non con i poveri squali bianchi), la maggior parte degli attacchi vede lo squalo mordere l’uomo e poi andarsene (probabilmente schifato). Il problema è che anche un semplice morso può causare la morte, ma vediamo un po’ di dati per trovare conforto nella statistica.

La reale situazione

Per quanto riguarda l’Italia, nel 2022 e nel 2023 non sono stati registrati attacchi. L’ultimo attacco è avvenuto nelle acque abruzzesi nel 2018, un morso al polpaccio non letale, mentre l’ultimo decesso risale al 2006 in occasione di un incidente con una barca di migranti.

In Italia possiamo quindi stare tranquilli, nel resto del mondo invece si stimano circa 80 attacchi di squalo all’anno, di cui 30 provocati, ossia relativi a persone che hanno interagito volontariamente con gli squali. I casi di morsi non provocati si registrano principalmente negli Stati Uniti, in Australia e in minor numero in Egitto, Sud Africa, Brasile, Nuova Zelanda e Thailandia. Dei 50 casi di morso annui non provocati circa 5 risultano letali.

Quindi il rischio di essere attaccato da uno squalo esiste, ma è oggettivamente molto basso, soprattutto se paragonato ai tassi di morte legati ad altri animali. Come vi abbiamo raccontato in questo articolo, anche escludendo insetti letali come la zanzara, i serpenti contano 138.000 vittime l’anno, il cane 59.000 (e per fortuna che è il migliore amico dell’uomo), il coccodrillo 1.000 persone, l’elefante 600 e l’ippopotamo 500. Lo squalo ne conta solamente cinque l’anno.

Un ultimo, ma importantissimo dato

È lo squalo che deve avere paura dell’uomo.

Si stima che negli ultimi decenni la popolazione di squali nelle acque di tutto il mondo sia calata del 90%. Come accennato in questo articolo, solo nel 2019 l’uomo ha ucciso 101 milioni (!) di squali. Per farne cosa? Introdurlo nelle nostre diete e in quelle dei nostri animali domestici camuffandolo con nomi difficilmente riconoscibili.

La zuppa di pinne di squalo, una pietanza tradizionale cinese, ha visto per anni il mondo chiudere gli occhi sulla pratica del finning: ossia vengono pescati gli squali, le pinne vengono tagliate e l’animale viene gettato ancora vivo in acqua, dove finirà col morire immobile nel fondale marino.

Tuttora gli squali non sono tutelati e ciò comporterà enormi cambiamenti nel nostro ecosistema marino.

Non abbiate quindi paura dei poveri squali, un consiglio: sappiamo che non è facile, ma se ne incontrate uno la cosa peggiore da fare è sbattere gambe e mani facendo rumore sulla superficie dell’acqua, questo li attira.

Buon’estate e buona nuotata! Tan tan tan tan tan tan tan….

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