Ottobre rosa: tutti i controlli che dovrebbe fare una donna ogni anno

La salute femminile si costruisce lungo tutto l’arco della vita con controlli mirati: vaccino HPV, Pap test, mammografia ed ecografie compongono un percorso di protezione. Ottobre diventa il mese per rinnovare l’impegno nella prevenzione.

Ottobre è il mese della prevenzione femminile, una ricorrenza che porta al centro del dibattito la salute delle donne e, in particolare, la lotta contro il tumore al seno. Ma non si tratta solo di mammografie gratuite e campagne di sensibilizzazione: la prevenzione è un percorso che accompagna la donna lungo tutta la vita e che si modula in base all’età, alle condizioni cliniche e alla familiarità. Ogni controllo non è soltanto un atto clinico ma una possibilità di intercettare segnali invisibili e correggere tempestivamente situazioni che, se trascurate, potrebbero evolvere in malattia.

Vediamo allora quali sono i principali esami da fare periodicamente, a seconda della fascia di età.

 Dai 10 ai 25 anni: i primi strumenti di protezione

L’adolescenza e la prima giovinezza segnano il momento in cui si costruiscono le basi della salute futura.

  • Vaccinazione HPV: il papillomavirus umano è responsabile della maggior parte dei tumori della cervice uterina e di altre forme tumorali dell’area genitale e orofaringea. Il vaccino, somministrato preferibilmente prima dell’inizio dell’attività sessuale, stimola la produzione di anticorpi che neutralizzano i ceppi virali più aggressivi, garantendo una protezione di lunga durata. Qui ti spieghiamo nel dettaglio tutto ciò che c’è da sapere.
  • Visita ginecologica annuale: permette di instaurare un rapporto di fiducia con il medico e di monitorare lo sviluppo dell’apparato riproduttivo. L’anamnesi e l’esame clinico rivelano eventuali alterazioni mestruali, infezioni o disturbi che, se trattati precocemente, non compromettono la fertilità. La prima visita ginecologica è raccomandata in adolescenza, indicativamente tra i 13 e i 15 anni, anche prima del primo rapporto sessuale, per iniziare a conoscere il proprio corpo e ricevere informazioni su salute e sessualità.
  • Ecografia transvaginale: offre una visione precisa di utero e ovaie. È preferibile associarla alla visita ginecologica annuale. 
  • Autopalpazione del seno: non sostituisce la diagnostica clinica, ma educa le ragazze a conoscere il proprio corpo e a riconoscere cambiamenti strutturali. L’apprendimento precoce di questa pratica diventa un’abitudine preziosa negli anni successivi.
  • Pap test a partire dai 25 anni: raccoglie cellule dalla cervice uterina per identificare alterazioni precancerose. È un esame indolore che, se eseguito regolarmente, riduce drasticamente l’incidenza del carcinoma cervicale.

Dai 25 ai 40 anni: prevenzione ginecologica e oncologica in crescita

Con l’età adulta, la salute femminile richiede controlli più mirati.

  • Visita ginecologica annuale: resta il perno della prevenzione. Oltre a valutare utero e ovaie, consente di discutere contraccezione, gravidanze e sintomi che possono celare endometriosi o fibromi.
  • Ecografia mammaria: particolarmente indicata in questa fascia perché il tessuto mammario giovane è più denso e rende meno leggibile la mammografia. L’ecografia sfrutta gli ultrasuoni per individuare noduli o lesioni non palpabili.
  • Visita senologica: integra la diagnostica strumentale con la valutazione clinica del seno, considerando fattori di rischio come familiarità, uso prolungato di ormoni o stili di vita.
  • Pap test o HPV test: il Pap test minimo ogni tre anni o il co-test ogni cinque permette di intercettare alterazioni cellulari e la presenza del virus. Questa combinazione riduce i falsi negativi e aumenta la sicurezza dello screening.
  • Esami del sangue biennali: emocromo, glicemia e profilo lipidico svelano squilibri metabolici, anemia o predisposizioni a malattie cardiovascolari. Un colesterolo elevato o un aumento della glicemia, anche in assenza di sintomi, diventano segnali d’allarme.
  • Mammografia in presenza di familiarità: in donne con madre o sorella affetta da carcinoma mammario, l’esame radiografico del seno può essere consigliato già dai 35-40 anni. La mammografia evidenzia microcalcificazioni, spesso primo segno di tumore.
  • Autopalpazione mensile: svolta con regolarità, contribuisce alla diagnosi precoce di noduli che possono sfuggire tra un controllo clinico e l’altro.

Dai 40 ai 50 anni: la centralità della mammografia

Il periodo della perimenopausa porta cambiamenti ormonali che influiscono sul seno e sull’apparato riproduttivo.

  • Mammografia ogni due anni: riconosciuta come lo screening più efficace contro il tumore al seno, utilizza raggi X a basso dosaggio per identificare lesioni millimetriche non rilevabili alla palpazione. In presenza di familiarità o seni densi, la frequenza può aumentare a una volta l’anno.
  • Ecografia mammaria associata: integra la mammografia aumentando la sensibilità diagnostica, soprattutto nelle donne con tessuto ghiandolare ancora compatto.
  • Visita ginecologica: resta un appuntamento imprescindibile per monitorare i cambiamenti dell’endometrio, la comparsa di polipi e i disturbi tipici della transizione menopausale. Da associare al Pap test e HPV test.
  • Esami metabolici: glicemia e colesterolo assumono un ruolo centrale, poiché il calo degli estrogeni riduce la protezione naturale contro malattie cardiovascolari.

Dai 50 ai 69 anni: screening strutturati e regolari

In questa fascia d’età i programmi nazionali garantiscono screening gratuiti, che rappresentano un pilastro della prevenzione.

  • Mammografia biennale: ha dimostrato di ridurre la mortalità per carcinoma mammario di oltre il 30%. La doppia lettura radiologica nei programmi pubblici aumenta ulteriormente l’accuratezza.
  • Visita ginecologica e Pap test/HPV test: anche se la fertilità non è più centrale, il collo dell’utero rimane un organo da monitorare. Le linee guida indicano il proseguimento dello screening fino ai 64 anni.
  • Esami del sangue regolari: valutano parametri cardiovascolari e metabolici. L’incidenza di diabete e ipercolesterolemia cresce, e i controlli consentono terapie precoci.
  • Controllo dermatologico: i tumori della pelle aumentano con l’età. La dermatoscopia digitale permette di seguire nel tempo l’evoluzione dei nei e di programmare rimozioni mirate.

Dai 65 o 69 ai 74 anni: prevenzione che continua

Anche oltre i 65 anni la prevenzione resta attiva.

  • Mammografia biennale: in molte regioni italiane lo screening prosegue fino ai 74 anni, con ottimi risultati nella diagnosi precoce.
  • Visite ginecologiche su misura: la cadenza dipende dalla storia clinica. Endometrio e ovaie meritano ancora attenzione, poiché alcune patologie hanno incidenza proprio in post-menopausa.
  • Monitoraggio sistemico: pressione, cuore, metabolismo e salute ossea devono essere seguiti con regolarità. La densitometria ossea, ad esempio, consente di individuare l’osteoporosi e di prevenirne le conseguenze più gravi come le fratture da fragilità.

Prevenzione trasversale: controlli validi per ogni età

Al di là delle fasce specifiche, esistono controlli universali. La visita odontoiatrica annuale previene carie e malattie gengivali che influiscono anche sul cuore; l’esame della vista intercetta precocemente cataratta o glaucoma; il controllo dermatologico, periodico o su indicazione, resta un esame essenziale contro il melanoma. Persino la semplice abitudine all’autopalpazione del seno o all’osservazione della pelle diventa una forma di ascolto attivo e consapevole del proprio corpo.

Conclusioni

La prevenzione femminile non coincide con un singolo esame, ma con un mosaico di attenzioni costanti che cambiano con il passare degli anni. Ogni visita, ogni test, ogni esame racconta un capitolo diverso della salute di una donna. Ottobre diventa simbolicamente il momento per unire i tasselli, programmare i controlli mancanti e ricordare che la salute è un investimento continuo e personale.

 

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