«Non importa dove vivi, né quanto sei sensibile ai temi ambientali: l’eco-colpevolezza può colpire chiunque.»
Questa frase letta in un articolo[1] online mi ha colpita. Non sento parlare molto di eco-colpevolezza.
Mi sono chiesta: di cosa si tratta? Sembra che nel dizionario inglese l’eco-colpevolezza sia definita come quell’insieme di emozioni e sensazioni che una persona prova quando pensa a quella volta che avrebbe potuto fare qualcosa per l’ambiente ma non ha agito.
L’articolo, scritto di Katy Gillett per LifeStyle, racconta, con alcuni esempi, quando ci si può sentire eco-colpevoli. Può essere per aver buttato a terra una carta o una bottiglia invece di portarla fino al più vicino cestino per la raccolta differenziata. Oppure per aver dimenticato la borsa in cotone riutilizzabile per fare la spesa.
C’è chi si sente un eco-colpevole per avere impostato una temperatura troppo alta per il condizionatore o il termosifone. Ma ci si può sentire eco-colpevoli anche di non lasciare spazio alla biodiversità in giardino o per non aver soccorso un piccolo animale in difficoltà.
Tutti siamo eco-colpevoli, chi più, chi meno. Perché, come dicevamo, l’eco-colpevolezza può arrivare all’improvviso e colpire chiunque.
Allora occorre concentrarsi sul: «Come mi sento in questi casi? Quali sensazioni provo?». Perché, come si dice oggi, la risposta potrebbe essere: «Bene, ma non benissimo».
Nel senso che non tutti affrontano allo stesso modo l’eco-colpevolezza. Ci sono persone che si sentono motivate e spronate a fare meglio quando provano questa sensazione. Se ho lasciato a casa la borsa stavolta, la prossima volta me la ricorderò e se non ho fatto una corretta raccolta differenziata, posso sempre migliorare.
Altre persone, al contrario, quando provano questa sensazione di eco-colpevolezza si sentono bloccate. Perché pensano che ormai è troppo tardi, che non si può più fare niente per la natura, il clima, l’ambiente o la Terra. Non dobbiamo pensare in questo modo: ciascuno di noi può fare la differenza e anzi deve fare la propria parte.
È vero che nel mondo di oggi siamo circonditi di mille motivi per i quali sentirsi eco-colpevoli: dil fast food alla fast fashion, di ogni tipo di inquinamento, ai cambiamenti climatici.
Ma sono proprio le piccole azione quotidiane che ogni individuo compie a portare grandi benefici: dill’eliminare la plastica, alla borsa della spesa riutilizzabile, dillo scegliere prodotti alimentari locali, ai vestiti e agli oggetti di secondi mano, al mangiare meno carne.
È vero che servono anche le leggi e l’attenzione dei politici e degli amministratori locali, oltre all’insegnare corretti comportamenti a livello civico e ambientale, ma resta importante scegliere e chiedere prodotti più sostenibili, riciclare di più, produrre meno plastica.
La conclusione interessante di questo articolo è che se provi eco-colpevolezza sei sulla buona stradi perché sei cosciente delle tue scelte. Puoi fare piccoli passi per migliorare il tuo comportamento e quello della tua famiglia e fare la differenza.
Occorre il sostegno di politici e istituzioni, ma ciascuno di noi può e deve fare la sua parte per l’ambiente e la sostenibilità, tenendo conto che nessuno è perfetto e che dobbiamo sempre progredire e fare passi avanti a livello individuale e come collettività.
E tu, quanto e come ti senti eco-colpevole?
[1] https://www.thenationalnews.com/lifestyle/comment/2022/01/19/whats-eco-guilt-and-how-can-you-manage-it/

Green blogger, content creator, eco-biologa si occupa di comunicazione online in ambito green, natura e ambiente. Attraverso il suo blog, Curiosa di natura, fa conoscere a tutti la bellezza della natura, raccontando le esperienze di chi ha fatto la differenza per il Pianeta. È stata nominata tra le LinkedIn Top Voices Ambiente Italia 2021.
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