Chi è Valentina Petrillo, la prima atleta transgender italiana a partecipare alle Paralimpiadi

da | Set 3, 2024 | news | 0 commenti

Ieri sera, Valentina Petrillo ha terminato la sua corsa nei 400 metri T12, categoria riservata agli atleti con disabilità visiva, alle Paralimpiadi di Parigi. Sebbene non sia riuscita a qualificarsi per la finale, ha comunque segnato un nuovo record italiano con un tempo di 57″58. Venerdì prossimo, la 51enne napoletana tornerà in pista per affrontare la prova dei 200 metri.

Le sue prestazioni sportive non sono l’unico tema ad aver attirato l’attenzione: la Petrillo, prima atleta italiana transgender nella storia delle Paralimpiadi, continua a essere al centro di un acceso dibattito sulla sua legittimità a gareggiare nelle competizioni femminili. La questione del gender negli atleti professionisti era già emersa con la pugile algerina Imane Khelif, oro olimpico a Parigi e bersaglio di misgendering e odio sui social.

Chi è Valentina Petrillo

Nata a Napoli, Valentina Petrillo ha iniziato il suo percorso di transizione nel 2019, dopo aver intrapreso la terapia ormonale. L’anno successivo, ha debuttato nelle competizioni femminili, ricevendo il via libera dalla World Para Athletics, l’organo internazionale che regola l’atletica leggera paralimpica, che ha confermato la sua idoneità a competere nella categoria femminile. L’atleta infatti non supera il limite di 5 nano moli di testosterone nel sangue, parametro essenziale per poter competere nelle gare femminili. Lo scorso anno, ha conquistato una medaglia di bronzo ai Mondiali paralimpici nei 200 metri, e ora punta a salire sul podio anche alle Paralimpiadi.

Affetta dalla malattia di Stargardt sin dall’età di 14 anni, una retinopatia degenerativa che l’ha resa ipovedente, Petrillo aveva già collezionato 11 titoli italiani in Para Atletica quando ancora gareggiava come uomo. La sua storia ha subìto un cambiamento radicale con il coming out e il successivo percorso di transizione e oggi culmina con il raggiungimento del suo sogno di partecipare alle Paralimpiadi.

Valentina Petrillo è la seconda atleta transgender a partecipare a questo evento: prima di lei, a Rio 2016 aveva gareggiato nel lancio del disco l’olandese Ingrid van Kranen.

La lotta contro pregiudizi e discriminazioni

In molti hanno criticato duramente la partecipazione di Petrillo ai Giochi e messo in dubbio la sua presenza nelle competizioni femminili, sostenendo che la sua storia sportiva maschile e la sua transizione le conferiscano un vantaggio ingiusto.

Dopo essersi qualificata per la semifinale, nell’intervista a Rai Sport ha dichiarato: “Lotto contro pregiudizi e discriminazioni. Gareggio contro tutto questo che purtroppo accompagna la vita delle persona come me. Non è giusto che subiamo queste cose per il solo fatto che esistiamo. Nel mondo si muore per essere persone trans. C’è tanta paura e io incarno anche queste due diversità e spero che attraverso il mio messaggio si possa normalizzare quelli che sono considerati dei fenomeni. Non bisogna aver paura, è la cosa che mi dà più fastidio. Le persone non devono aver paura di me, non faccio del male a nessuno”.

A chi contesta la sua presenza, dice: “Sono la prima ad essermi posta queste domande e mi sono detta: se tu fossi una donna biologica e vedessi Valentina in pista cosa diresti? Le domande sono legittime. È normale che ci siano. È la società che ci porta a fare questo tipo di riflessioni. Nel mio percorso ho capito che c’è un problema d’informazione, non bisogna aver paura in generale né di parlare di queste cose. Al primo posto nell’agenda dello sport deve esserci la parola inclusione. Una soluzione si deve trovare per tutto e per tutti perché lo sport è bello così. È la nostra passione, ci rende vive e felici.”

Foto: The Guardian

Tag: donne | LGBTQ | sport

Post correlati

Privacy Policy Cookie Policy Termini e Condizioni