Laudate Deum: l’appello di Papa Francesco per reagire alla crisi climatica

da | Ott 6, 2023 | news | 0 commenti

Arriva dopo 8 anni dalla pubblicazione della Lettera enciclica Laudato si’, la nuova esortazione apostolica Laudate Deum. Un documento importantissimo, con cui Papa Francesco ha definito chiaramente la sua posizione sulla questione climatica.

Laudato si’ era stata scritta nel 2015, l’anno della compilazione dell’Agenda 2030, documento fondamentale attraverso il quale le Nazioni Unite prendono un impegno congiunto di Sviluppo Sostenibile e si prefissano 17 macro-obiettivi. Otto anni in cui è cresciuta la consapevolezza globale in tema di climate change e sullo stato di salute del nostro Pianeta, ma in cui i cambiamenti sostanziali sono stati davvero troppo pochi.

Nella Laudate Deum, il Papa chiama all’azione per un problema che riguarda tanto l’ambiente quanto la dignità della vita umana. «Con il passare del tempo, mi rendo conto che non reagiamo abbastanza, poiché il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura. Al di là di questa possibilità, non c’è dubbio che l’impatto del cambiamento climatico danneggerà sempre più la vita di molte persone e famiglie. Ne sentiremo gli effetti in termini di salute, lavoro, accesso alle risorse, abitazioni, migrazioni forzate e in altri ambiti. Si tratta di un problema sociale globale che è intimamente legato alla dignità della vita umana.»

Una crisi climatica globale

«Per quanto si cerchi di negarli, nasconderli, dissimularli o relativizzarli, i segni del cambiamento climatico sono lì, sempre più evidenti. (…) È verificabile che alcuni cambiamenti climatici indotti dall’uomo aumentano significativamente la probabilità di eventi estremi più frequenti e più intensi. Sappiamo quindi che ogni volta che la temperatura globale aumenta di 0,5 gradi centigradi, aumentano anche l’intensità e la frequenza di forti piogge e inondazioni in alcune aree, di gravi siccità in altre, di caldo estremo in alcune regioni e di forti nevicate in altre ancora.»

Il cambiamento climatico, sottolinea Papa Francesco, ha effetti devastanti e non è più una probabilità, ma una realtà, attualissima e tangibile. Eppure sono ancora troppi coloro che negano o minimizzano l’emergenza: «Citano dati presumibilmente scientifici, come il fatto che il Pianeta ha sempre avuto e avrà sempre periodi di raffreddamento e riscaldamento. Trascurano di menzionare un altro dato rilevante: quello a cui stiamo assistendo ora è un’insolita accelerazione del riscaldamento, con una velocità tale che basta una sola generazione – non secoli o millenni – per accorgersene».

La causa di questi cambiamenti è del tutto antropica e inizia a partire dalla Rivoluzione Industriale, tutta concentrata negli ultimi due secoli. «Sono costretto a fare queste precisazioni, che possono sembrare ovvie, a causa di certe opinioni sprezzanti e irragionevoli che trovo anche all’interno della Chiesa cattolica. Ma non possiamo più dubitare che la ragione dell’insolita velocità di così pericolosi cambiamenti sia un fatto innegabile: gli enormi sviluppi connessi allo sfrenato intervento umano sulla natura negli ultimi due secoli.»

Una politica internazionale troppo debole

Prima di parlare di politica internazionale, il Papa fa una doverosa precisazione sul concetto di autorità sovranazionale: «Quando si parla della possibilità di qualche forma di autorità mondiale regolata dal diritto, non necessariamente si deve pensare a un’autorità personale. Parliamo soprattutto di organizzazioni mondiali più efficaci, dotate di autorità per assicurare il bene comune mondiale, lo sradicamento della fame e della miseria e la difesa certa dei diritti umani fondamentali. Il punto è che devono essere dotate di una reale autorità per “assicurare” la realizzazione di alcuni obiettivi irrinunciabili. Così si darebbe vita a un multilateralismo che non dipende dalle mutevoli circostanze politiche o dagli interessi di pochi e che abbia un’efficacia stabile».

Tante sono state le azioni globali, ma molto spesso i risultati sono stati deludenti, con tante promesse fatte e non mantenute e obiettivi ridimensionati e rimandati. Papa Francesco passa così in rassegna i fatti salienti legati alle varie Conferenze sul Clima, a partire dall’accordo di Parigi nel 2015 che ha presentato «un importante obiettivo a lungo termine: mantenere l’aumento delle temperature medie globali al di sotto dei 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali, puntando comunque a scendere sotto gli 1,5 gradi. Si sta ancora lavorando per consolidare procedure concrete di monitoraggio e fornire criteri generali per confrontare gli obiettivi dei diversi Paesi. Ciò rende difficile una valutazione più obiettiva (quantitativa) dei risultati effettivi».

Un percorso travagliato, difficile, tanto che ad oggi non è facile fare un bilancio: «Gli accordi hanno avuto un basso livello di attuazione perché non si sono stabiliti adeguati meccanismi di controllo, di verifica periodica e di sanzione delle inadempienze. I principi enunciati continuano a richiedere vie efficaci e agili di realizzazione pratica. Inoltre, i negoziati internazionali non possono avanzare in maniera significativa a causa delle posizioni dei Paesi che privilegiano i propri interessi nazionali rispetto al bene comune globale. Quanti subiranno le conseguenze che noi tentiamo di dissimulare, ricorderanno questa mancanza di coscienza e di responsabilità».

COP28 di Dubai: cosa succederà?

Quest’anno la Conferenza sul Clima si svolgerà a Dubai: una scelta piuttosto discutibile, visto che il Paese, oltre a non eccellere in tema di diritti sociali, è anche uno dei più grandi esportatori di energia fossile (pur investendo sulle energie rinnovabili).

«Dire che non bisogna aspettarsi nulla sarebbe autolesionistico, perché significherebbe esporre tutta l’umanità, specialmente i più poveri, ai peggiori impatti del cambiamento climatico.» Bergoglio quindi dichiara fiducia nell’essere umano e nella sua capacità di andare oltre i piccoli interessi personali per guardare al quadro generale, sognando una COP28 in grado di accelerare il processo di transizione energetica.

«Se c’è un sincero interesse a far sì che la COP28 diventi storica, che ci onori e ci nobiliti come esseri umani, allora possiamo solo aspettarci delle forme vincolanti di transizione energetica che abbiano tre caratteristiche: che siano efficienti, che siano vincolanti e facilmente monitorabili. Questo al fine di avviare un nuovo processo che sia drastico, intenso e possa contare sull’impegno di tutti. Ciò non è accaduto nel cammino percorso finora, ma solo con un tale processo si potrebbe ripristinare la credibilità della politica internazionale, perché solo in questo modo concreto sarà possibile ridurre notevolmente l’anidride carbonica ed evitare in tempo i mali peggiori.»

Un messaggio potente, dunque, quello lanciato da Papa Francesco nella Laudate Deum: qui puoi leggere il testo completo.

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