È andato in scena stanotte alle 3 (ore 21 negli Stati Uniti) il duello televisivo tra Kamala Harris e Donald Trump, in vista delle prossime elezioni presidenziali il 5 novembre. Forse si tratterà dell’unico vero dibattito tra i due candidati alla Casa Bianca ed è avvenuto proprio a Filadelfia, la città simbolo della democrazia americana.
Un’ora e mezza di dibattito, tanti temi toccati (dal diritto all’aborto alla guerra a Gaza, dall’immigrazione all’Ucraina), qualche scivolone (di Trump) e qualche stoccata (di Harris).
“Non sono né Biden né Trump, sono la leader di una nuova generazione”, ha dichiarato la candidata dem che ha deciso di attaccare fin dall’inizio per sfruttare appieno la prima mezz’ora (il tempo utile in cui i telespettatori, statisticamente, sono più attenti). Sorprendendo Trump, Harris ha attraversato il palco ed è andata incontro all’avversario per stringergli la mano e presentarsi: “Piacere, Kamala Harris”. Poi è iniziato il dibattito.
Vediamo i punti principali.
Politica estera e guerre
Il confronto sulla politica estera è stato uno dei momenti più accesi del dibattito. Kamala Harris ha attaccato Trump con veemenza, accusandolo di “aver svenduto l’America in cambio di lusinghe” al presidente russo Vladimir Putin e di essere un leader che i capi di Stato del mondo considerano “un disastro”. Harris ha sfruttato queste accuse per mettere il suo avversario all’angolo, rievocando episodi passati, sottolineando le amicizie del tycoon con i dittatori Putin e Kim Jong-un e rievocando in modo sarcastico alle “lettere d’amore” scambiate con il leader nordcoreano. Harris è stata particolarmente dura sul tema dell’Ucraina, affermando che, se Trump fosse Presidente, “Putin sarebbe già seduto a Kiev con gli occhi puntati sull’Europa”.
Trump, dal canto suo, ha cercato di rispondere con un approccio più duro, soprattutto sulle crisi internazionali. Ha accusato Harris di “odiare Israele” e ha promesso che, una volta tornato alla Casa Bianca, avrebbe cercato di risolvere il conflitto ucraino chiamando direttamente Putin e Zelensky. Tuttavia, le sue affermazioni sui numeri dei morti in Ucraina e la confusione espressa su alcuni dati hanno evidenziato una certa mancanza di precisione.
Diritto all’aborto
Il dibattito sul diritto all’aborto ha visto Trump scivolare su affermazioni controverse e inesatte. Per dirne una, Trump ha accusato i democratici di voler permettere l’aborto fino al nono mese di gravidanza: la dichiarazione è stata prontamente smentita dai moderatori e dalla stessa Harris. La vicepresidente ha ribadito con forza che “il governo e soprattutto Donald Trump non dovrebbero dire a una donna cosa fare con il suo corpo”, sottolineando la necessità di tutelare il diritto di scelta delle donne.
Un tema, questo dell’aborto, che ha messo in evidenza la profonda divisione tra i due candidati. Harris ha difeso i diritti riproduttivi, mentre Trump che ha cercato di portare il dibattito su un piano più emotivo.
Immigrazione
Confronto piuttosto acceso anche sull’immigrazione. Trump ha usato il suo spazio per esporre la teoria cospirativa (del tutto infondata) sugli immigrati haitiani in Ohio che ruberebbero cani e gatti per mangiarseli. Un’affermazione che ha spinto i moderatori a un fact checking in tempo reale per smentirlo.
Trump ha preferito adottare una retorica semplice e diretta, rivolta principalmente alla sua base elettorale, senza però entrare nel dettaglio dei suoi piani per la gestione dell’immigrazione.
La conclusione del duello tv tra Harris e Trump
Alla fine del dibattito, Harris ha ricordato il suo impegno per la classe media e chiesto un secondo dibattito prima delle elezioni; Trump ha accusato i democratici di inattività negli anni in cui sono stati alla Casa Bianca e ha contestato ai moderatori di “Abc News” di aver preso le parti della candidata avversaria.
Nata a Roma nel 1993, si è laureata in Lettere, con specializzazione in Storia Contemporanea. Attenta al mondo che la circonda, crede fortemente nel potere della collettività: ognuno, a modo suo, può essere origine del cambiamento. Amante del cinema e della letteratura, sogna di scrivere la storia del secolo (o almeno di riuscire a pensarla).