NASA: l’estate 2023 è stata la più calda mai registrata

da | Set 15, 2023 | news | 0 commenti

L’estate più calda di sempre quella del 2023: lo avevamo intuito grazie alle previsioni settimanali che si sono succedute in questi mesi, ma ora la conferma arriva anche dagli studiosi del Goddard Institute of Space Studies (GISS) della NASA.

Da quando sono iniziate le registrazioni globali nel 1880, non si era mai vista un’estate così calda sulla Terra. In particolare, i mesi di giugno, luglio e agosto, considerati insieme, hanno mostrato un aumento di temperatura di 0,23°C rispetto a qualsiasi media stagionale precedentemente registrata dall’agenzia governativa USA. Temperature così alte che hanno persino superato di 1,2°C la media estiva che ha caratterizzato il trentennio tra il 1951 e il 1980. Il solo mese di agosto, infatti, ha registrato un incremento di 1,2°C rispetto alla media.

Temperature estreme

È un sistema noto come GISTEMP lo strumento grazie al quale la NASA raccoglie i propri dati di temperatura. Il sistema coniuga le misurazioni della temperatura dell’aria superficiale provenienti dalle stazioni meteorologiche con i dati sulla temperatura della superficie del mare ottenuti grazie a strumenti installati su navi e boe.

Questi dati vengono poi elaborati attraverso metodi che tengono conto della distribuzione irregolare delle stazioni meteorologiche in tutto il mondo e degli effetti dell’urbanizzazione, che potrebbero influire sui calcoli. L’analisi, piuttosto che la temperatura assoluta, calcola le anomalie di temperatura: anomalie che rivelano quanto la temperatura si discosti dalla media di riferimento nel periodo 1951-1980.

L’amministratore della NASA, Bill Nelson, ha sottolineato che i dati di temperatura straordinari dell’estate 2023 non sono semplici numeri, ma portano con sé gravi conseguenze nella vita di tutti i giorni. Nelson ha dichiarato: «Dalle temperature soffocanti in Arizona e in tutto il Paese, agli incendi in tutto il Canada e alle inondazioni estreme in Europa e Asia, le condizioni meteorologiche estreme stanno minacciando vite e mezzi di sussistenza in tutto il mondo. Gli impatti del cambiamento climatico rappresentano una minaccia per il nostro Pianeta e per le generazioni future».

El Niño come fattore determinante del caldo record

Anche in questa analisi, si evidenzia il ruolo cruciale svolto da El Niño.

Questo è un fenomeno di riscaldamento delle acque oceaniche, che si manifesta al largo delle coste del Perù e dell’Ecuador: le conseguenze dirette di El Niño sono fenomeni meteorologici intensi, prima nelle zone circostanti e poi su scala globale. Gli eventi naturali di El Niño nel Pacifico rilasciano ulteriore calore nell’atmosfera globale e spesso sono collegati agli anni più caldi mai registrati. El Niño è un fenomeno che si ripete in media ogni 5 anni, alternandosi con La Niña, la sua controparte più fredda.

Josh Willis, climatologo e oceanografo presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA, e altri esperti prevedono che gli impatti principali di El Niño si faranno sentire in modo significativo nei mesi di febbraio, marzo e aprile del 2024.

Il fenomeno è associato all’indebolimento degli alisei (i venti permanenti da est a ovest che riguardano la regione equatoriale della Terra) e al flusso di acque calde dal Pacifico verso le coste occidentali delle Americhe. Esso, quindi, può generare effetti di diverso tipo, portando spesso condizioni più fresche e umide nel sud-ovest degli Stati Uniti e siccità in Paesi del Pacifico occidentale, come l’Indonesia e l’Australia.

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