10,3 miliardi di persone nel 2080: quali sono le sfide che ci aspettano

La popolazione mondiale continuerà a crescere fino al 2080 (con un lieve declino entro fine secolo). Scopriamo cosa dice il rapporto World Population Prospects 2024 delle Nazioni Unite e quali sono le sfide che ci aspettano.

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    La popolazione mondiale crescerà fino a raggiungere il suo picco nei prossimi anni Ottanta: arrivati 8,2 miliardi di persone a giugno 2024, tra 60 anni saremo 10,3 miliardi (numero destinato a scendere poi a 10,2 miliardi entro la fine del secolo).

    Una veloce carrellata di dati salienti per scoprire quelle che sono le previsioni fornite dal rapporto World Population Prospects 2024 delle Nazioni Unite, fondamentali per comprendere le future dinamiche demografiche globali e le loro implicazioni.

    “Il panorama demografico si è evoluto notevolmente negli ultimi anni”, ha affermato Li Junhua, Sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli affari economici e sociali. “In alcuni Paesi, il tasso di natalità è ora persino più basso di quanto previsto in precedenza e stiamo anche assistendo a cali leggermente più rapidi in alcune regioni ad alta fertilità. Il picco più precoce e più basso è un segnale di speranza. Ciò potrebbe significare pressioni ambientali ridotte dagli impatti umani dovute a un consumo aggregato inferiore. Tuttavia, una crescita demografica più lenta non eliminerà la necessità di ridurre l’impatto medio attribuibile alle attività di ogni singola persona”.

    Quanto crescerà la popolazione mondiale e dove

    Attualmente, la popolazione mondiale conta 8,2 miliardi di persone, ma le proiezioni indicano che si raggiungerà un picco di 10,3 miliardi a metà del 2080, seguito poi da un declino a 10,2 miliardi entro il 2100.

    Le stime delle Nazioni Unite si dimostrano inferiori rispetto a quelle di 10 anni fa, con uno scarto di ben 700 milioni che riflette un tasso di crescita demografica più basso rispetto alle aspettative precedenti.

    La crescita della popolazione inoltre non è uniforme: alcuni Paesi sperimenteranno una rapida crescita, mentre altri affronteranno un rapido invecchiamento e un declino.

    La popolazione diminuisce in Paesi come Cina, Germania, Giappone e Russia, ma cresce in Angola, Repubblica Centrafricana e Somalia. In questi Paesi, la popolazione dovrebbe raddoppiare entro i prossimi 30 anni.

    Per uno sviluppo mondiale sostenibile, ricorda il report, è fondamentale preservare la salute sessuale e i diritti riproduttivi delle donne. Le gravidanze precoci, infatti, rimangono una sfida pesante nei Paesi a basso reddito: nel 2024, sono nati 4,7 milioni di bambini da madri sotto i 18 anni. Ecco perché considerare sempre più urgente l’attuazione di politiche che migliorino l’istruzione e di regolamentazioni che ritardino il matrimonio e la prima gravidanza.

    Sempre più vecchi

    Entro la fine degli anni Settanta, il numero di persone di età pari o superiore a 65 anni supererà quello delle persone sotto i 18 anni.

    Un fenomeno che ridimensiona notevolmente le previsioni di 10 anni fa sulla crescita della popolazione mondiale e che è principalmente dovuto a un aumento complessivo dell’aspettativa di vita e alla diminuzione dei tassi di mortalità negli ultimi trent’anni.

    Ad esempio, l’aspettativa di vita globale alla nascita è aumentata dai 70,9 anni durante la pandemia di COVID-19 ai 73,3 anni nel 2024. Entro la fine degli anni Cinquanta, più della metà dei decessi globali avverrà all’età di 80 anni o anche di più, crescendo in maniera sostanziale rispetto al 17% del 1995. In più, anche nei Paesi con una popolazione relativamente giovane, il numero di persone di età pari o superiore a 65 anni aumenterà nei prossimi 30 anni.

    L’invecchiamento della popolazione mondiale rappresenta una sfida significativa per i sistemi di welfare e sanità perché richiederà l’attivazione di politiche adeguate per sostenere la popolazione più anziana.

    Le sfide globali

    La disparità evidenziata – con Paesi ad alto reddito dove si osserva una crescita lenta o un declino demografico e Paesi a basso e medio-basso reddito in cui la popolazione cresce rapidamente – porrà importanti sfide (molte delle quali già evidenti da qualche anno in specifiche zone del mondo).

    La crescita demografica, soprattutto nei Paesi a basso e medio-basso reddito, comporterà un significativo aumento della domanda di risorse naturali, una maggiore richiesta di cibo, acqua e energia, che accentuerà le pressioni sugli ecosistemi locali. In regioni come l’Africa sub-sahariana e l’Asia meridionale, la popolazione in rapida crescita, combinata con un’urbanizzazione mal gestita e l’aumento del tenore di vita, aggraverà inesorabilmente l’impatto ambientale.

    Una crescita demografica più lenta, come indicato dalle nuove proiezioni, potrebbe ridurre le pressioni ambientali derivanti dal consumo aggregato, ma sarà comunque essenziale ridurre l’impatto medio delle attività umane attraverso una gestione urbana sostenibile, l’efficienza delle risorse e l’adozione di pratiche di sviluppo sostenibile. Senza queste misure, la crescita demografica continuerà a essere una delle principali sfide per la sostenibilità ambientale globale.

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