
Conosci davvero che cos’è c’è dentro i prodotti che ti applichi sul viso tutte le mattine?
Quando si parla di cura della pelle, troppo spesso ci facciamo incantare da etichette patinate e slogan accattivanti, dimenticando di leggere tra le righe, o meglio, tra gli ingredienti. Gli ingredienti cosmetici da evitare sono molti di più di quanto immagini e tanti di questi si nascondono dietro nomi complicati e ben camuffati.
In questo articolo troverai una guida per imparare a riconoscere tutti gli ingredienti che potrebbero rovinare la tua pelle e causare danni anche all’ambiente.
27 ingredienti cosmetici da evitare
Parabeni
I parabeni sono conservanti usati per evitare la proliferazione di muffe e batteri nei prodotti di bellezza. Puoi trovarli praticamente ovunque: creme, lozioni, make-up, shampoo, balsami.
Ma il loro effetto sulla pelle e sul sistema endocrino è una storia a parte: possono disturbare il sistema ormonale e agire come finti estrogeni, aumentando il rischio di squilibri ormonali e potenzialmente legati a problemi di salute a lungo termine.
Sull’etichetta sono indicati in questo modo: methylparaben, ethylparaben, propylparaben o butylparaben.
Alcool denaturato
L’alcool denaturato si trova spesso in tonici, lozioni e deodoranti per la sua azione astringente e antisettica. Tuttavia, può seccare la pelle e causare irritazione, soprattutto se usato in grandi quantità e se usato su pelli sensibili. In etichetta lo trovi come alcohol denat. o SD alcohol.
Polietilene (PE)
Spesso usato sotto forma di microgranuli negli scrub e negli esfolianti, il polietilene è una microplastica dannosa sia per l’ambiente che per la pelle. Oltre a finire negli oceani, contribuendo all’inquinamento marino e mettendo a rischio la fauna acquatica, le microplastiche possono essere troppo abrasive, causando microlesioni sulla pelle.
Il polietilene appare in etichetta come polyethylene: meglio scegliere prodotti con esfolianti naturali, come zucchero o semi di albicocca.
Ftalati
Utilizzati per migliorare la consistenza e la durata dei prodotti, gli ftalati sono un vero problema per il sistema endocrino. Si nascondono nei profumi, negli smalti per unghie, nelle lacche e persino nei prodotti per la cura dei capelli.
Questi composti chimici, identificabili in etichetta come diethyl phthalate (DEP) o dibutyl phthalate (DBP), sono collegati a problemi ormonali e possono causare interferenze endocrine, aumentando il rischio di patologie legate agli ormoni. Il loro impatto sulla salute è oggetto di numerosi studi, e molte marche stanno iniziando a eliminarli dalle formule. Te ne parliamo nel dettaglio in questo articolo.
Composti di etanolamina (MEA, DEA, TEA)
Dietro queste sigle si nascondono agenti schiumogeni comuni in shampoo, saponi e detergenti.
Il problema nasce quando i composti di etanolamina reagiscono con altre sostanze presenti nel prodotto, come i nitriti. In determinate condizioni (come l’esposizione a calore o luce), questa reazione può produrre nitrosammine, una classe di composti noti per essere potenzialmente cancerogeni.
Inoltre, questi composti possono essere irritanti per la pelle e gli occhi, rendendoli un ingrediente da evitare soprattutto per chi ha una pelle sensibile.
Se sull’etichetta trovi monoethanolamine (MEA), diethanolamine (DEA) o triethanolamine (TEA), è meglio cercare alternative più delicate. Questi composti, oltre a compromettere la salute della pelle, sono anche difficili da smaltire e inquinanti.
Phenoxyethanol
Utilizzato come conservante in creme, lozioni e make-up, il phenoxyethanol può causare irritazioni e sensibilizzare la pelle, specialmente in individui con pelle sensibile o allergica. Si trova spesso come alternativa ai parabeni, ma non è certo meno pericoloso: se usato in alte concentrazioni può portare a problemi neurologici.
SLS e SLES
Sodium Lauryl Sulfate (SLS) e Sodium Laureth Sulfate (SLES) sono tensioattivi che fanno molta schiuma e sono quindi usati in shampoo, saponi e detergenti. Tuttavia, la loro azione aggressiva può irritare la pelle, seccarla e addirittura alterarne il pH naturale, rendendola più vulnerabile.
SLS è più forte rispetto a SLES, ma entrambi sono tutt’altro che sicuri per la cura della pelle, soprattutto quella delicata. Causano anche secchezza e disidratazione nei capelli, lasciandoli più deboli. Molti brand stanno adottando formule senza solfati, quindi se vedi queste sostanze in etichetta, considera un’alternativa più delicata.
Solfati diversi dal SLS/SLES
Oltre ai classici SLS e SLES, esistono altri solfati come ammonium lauryl sulfate e sodium myreth sulfate, anch’essi tensioattivi aggressivi. Anche questi sono comunemente usati in shampoo e detergenti per il loro potere schiumogeno, ma possono irritare la pelle e seccarla, rimuovendo anche i suoi oli naturali.
Alluminio
Gli ingredienti a base di alluminio (che trovi in etichetta ad esempio come aluminum chlorohydrate) sono utilizzati nei deodoranti antitraspiranti per ridurre la sudorazione, ma possono bloccare i pori e causare problemi cutanei a lungo termine.
Resorcinolo
Questo agente antimicrobico è usato in trattamenti per l’acne e prodotti per schiarire la pelle. Il resorcinolo può causare allergie, irritazioni cutanee e persino problemi ormonali se utilizzato in alte concentrazioni. Lo trovi in etichetta col nome resorcinol.
Formaldeide e conservanti che rilasciano formaldeide
La formaldeide viene usata come conservante in smalti e adesivi per unghie, ma sono noti per essere cancerogeni e possono causare irritazioni cutanee. Prodotti con nomi come DMDM hydantoin, quaternium-15 e imidazolidinyl urea possono rilasciare formaldeide nel tempo. Evitarli è essenziale per proteggere la salute della pelle e ridurre l’esposizione a sostanze tossiche.
Filtri UV chimici (Octinoxate e Oxybenzone)
Questi filtri UV chimici sono molto utilizzati nelle creme solari e in alcune creme idratanti. Proteggono dai raggi UV, ma oltre a causare reazioni allergiche e irritazioni cutanee, sono dannosi per l’ambiente, in particolare per la vita marina e le barriere coralline.
L’oxctinoxate può anche interferire con gli ormoni, mentre l’oxybenzone può agire come interferente endocrino. Troverai questi ingredienti in etichetta come ethylhexyl methoxycinnamate (Octinoxate) e benzophenone-3 (Oxybenzone). Scegliere filtri minerali come l’ossido di zinco è un’alternativa più sicura per te e per l’ambiente.
Octocrylene
Presente nelle creme solari, octocrylene è un filtro UV chimico che protegge dai raggi solari, ma è noto per generare radicali liberi, che possono causare danni cellulari e invecchiamento precoce. Anche questo ingrediente ha un impatto negativo sull’ambiente, in particolare sugli ecosistemi marini.
Fragranze sintetiche
I profumi e le fragranze sintetiche possono sembrare innocui, ma la verità è che dietro l’etichetta generica di fragrance o parfum si nasconde una miriade di sostanze chimiche. Molte fragranze sono irritanti e possono causare allergie e sensibilizzazione cutanea, specialmente in chi ha la pelle delicata. Inoltre, queste sostanze chimiche sono spesso nascoste e non dichiarate singolarmente, quindi è difficile sapere cosa si sta applicando sulla pelle.
Coloranti sintetici
Se vedi un arcobaleno di colori nei tuoi cosmetici, è probabile che contengano coloranti sintetici. Spesso derivati dal petrolio e indicati con CI seguito da un numero (es. CI 19140, CI 42090), questi coloranti possono essere irritanti per la pelle e sono potenzialmente cancerogeni. Anche se danno un tocco di colore ai prodotti, non apportano alcun beneficio alla pelle.
Paraffine e petrolati
I derivati del petrolio come paraffin e petrolatum sono utilizzati per creare una barriera protettiva sulla pelle e trattenere l’idratazione. Tuttavia, questa barriera può ostruire i pori, impedire la naturale traspirazione della pelle e causare imperfezioni, soprattutto su pelli grasse o sensibili. Inoltre, essendo derivati petroliferi, hanno anche un importante impatto sull’ambiente.
Triclosan
Questo antibatterico è usato per eliminare i batteri nei saponi, deodoranti e dentifrici. Il triclosan è stato collegato alla resistenza agli antibiotici e interferisce con la funzione tiroidea. Si accumula nell’ambiente, contribuendo all’inquinamento dell’acqua e ha un impatto sugli ecosistemi acquatici.
Glicoli polietilenici (PEG)
I PEG sono emulsionanti utilizzati per stabilizzare le formule di creme e lozioni. Tuttavia, questi composti possono contenere impurità tossiche, come il 1,4-diossano, una sostanza potenzialmente cancerogena. I PEG possono anche rendere la pelle più permeabile, favorendo l’assorbimento di altre sostanze chimiche indesiderate. Li troverai indicati come PEG seguito da un numero (es. PEG-40).
Tetrasodium EDTA
Questo agente chelante è presente in detergenti, shampoo e saponi per migliorare la stabilità della formula e prevenirne il deterioramento. Tuttavia, può causare irritazioni e indebolire la barriera naturale della pelle. Il tetrasodium EDTA è anche difficile da biodegradare, quindi ha un impatto ambientale negativo.
Silossani
Sono ammorbidenti utilizzati per dare una texture liscia a creme e primer, ma possono interferire con il sistema endocrino. Li trovi in etichetta come cyclopentasiloxane o dimethicone e formano una barriera che può occludere i pori e impedire alla pelle di respirare.
Metilisotiazolinone e metilcloroisotiazolinone
Questi conservanti sono diffusi in shampoo e detergenti, ma possono scatenare allergie e sensibilizzare la pelle. In etichetta li trovi come methylisothiazolinone e methylchloroisothiazolinone.
Catrame di carbone
Utilizzato in alcuni trattamenti per problemi cutanei come psoriasi e eczema, oltre che in shampoo antiforfora, il catrame di carbone è un agente terapeutico, ma è anche un noto cancerogeno. Sull’etichetta appare come coal tar o CI seguito da un numero.
Sodium Myreth Sulfate
Simile all’SLS e SLES, il sodium myreth sulfate è un tensioattivo schiumogeno che può risultare troppo aggressivo per la pelle e i capelli. È noto per causare irritazioni cutanee e rimuovere gli oli naturali, lasciando pelle e capelli secchi e vulnerabili.
EDTA (acido etilendiamminotetraacetico)
Questo agente chelante è usato per migliorare la stabilità dei prodotti, come shampoo e saponi, ma è noto per il suo impatto ambientale negativo. Inoltre, può irritare la pelle e indebolire la sua barriera naturale, rendendola più vulnerabile agli agenti esterni. In etichetta lo trovi come tetrasodium EDTA o disodium EDTA.
Cloruro di benzalconio
Utilizzato come conservante e agente antimicrobico in alcune soluzioni per lenti a contatto, detergenti e prodotti per la pelle, il cloruro di benzalconio può essere molto irritante. Troverai benzalkonium chloride sull’etichetta: meglio cercare alternative meno aggressive, specialmente per i prodotti usati quotidianamente.
Perché questi ingredienti sono ancora così diffusi?
Ma perché se questi ingredienti cosmetici sono da evitare continuano a finire nei nostri prodotti preferiti? La risposta è tanto semplice quanto spietata: risparmio e praticità. Molti dei composti chimici che troviamo nelle creme, nei detergenti e nei trucchi sono economici da produrre e garantiscono una lunga conservazione dei prodotti. La chimica industriale offre soluzioni che mantengono le texture vellutate, i profumi persistenti e i colori brillanti, il tutto a un prezzo conveniente per le aziende.
In più, alcuni di questi ingredienti funzionano subito: i solfati, ad esempio, fanno tanta schiuma, mentre i siliconi danno l’illusione di una pelle liscia e setosa. Ma a lungo andare? Proprio questi effetti speciali sono quelli che rischiano di irritare la pelle, intasare i pori e alterare il nostro equilibrio naturale. Quindi, la prossima volta che fai acquisti, ricordati che spesso il prezzo più basso può costare molto caro alla tua pelle (e non solo).
Come leggere l’etichetta dei prodotti skincare
Leggere l’etichetta dei prodotti skincare è quindi fondamentale: dietro nomi scientifici e sigle astruse si nasconde il vero volto del prodotto. Prima regola? Fai attenzione agli INCI, ovvero l’International Nomenclature of Cosmetic Ingredients. Gli ingredienti sono elencati in ordine decrescente: i primi sono presenti in maggiore quantità, mentre gli ultimi solo in tracce.
Come riconoscere gli ingredienti cosmetici che dovresti assolutamente evitare? Parabeni, solfati, ftalati e petrolati hanno nomi complessi, ma sono piuttosto facili da identificare se sai cosa cercare. Come abbiamo visto prima, i parabeni si nascondono sotto nomi che terminano con –paraben, mentre i siliconi hanno nomi che generalmente finiscono –one oppure -ane. Fai anche attenzione ai numeri: i coloranti sintetici vengono indicati come CI seguito da una cifra.
Non è necessario memorizzare tutto: puoi anche cercare app di skincare che aiutano a interpretare questi codici e scoprire subito se stai per acquistare qualcosa di davvero green o meno.
Alternative sicure e naturali per una skincare green
Ti stai chiedendo cosa usare se elimini tutti questi ingredienti? Niente paura, la natura offre tantissime alternative per una skincare sana e rispettosa. Per ogni cattivo c’è un buono: gli oli essenziali e gli estratti botanici, ad esempio, sono conservanti naturali efficaci, mentre burri come il karité e oli vegetali (cocco, jojoba) idratano e ammorbidiscono senza occludere i pori.
Invece dei tensioattivi aggressivi, cerca detergenti con tensioattivi di origine vegetale, come il cocamidopropyl betaine, che rispettano il pH della pelle. Per una protezione solare senza impatti negativi, preferisci filtri minerali come l’ossido di zinco.
Quando scegli un prodotto, non farti ingannare da formule pseudo-naturali: leggi l’etichetta e scegli solo ingredienti che non solo rispettino la tua pelle ma anche l’ambiente.