Ne sentiamo parlare sempre più spesso eppure non sono molti quelli che sarebbero in grado di fornire una spiegazione dettagliata di che cosa sia il cosiddetto burnout. Con questo termine inglese, il cui significato è esaurito, oppure saturo (letteralmente, bruciato fino all’incenerimento), si indica una sindrome acuta o cronica che si manifesta nelle persone quando siano sottoposte a livelli di stress eccessivi e prolungati.
La situazione di burnout è spesso strettamente legata ai ritmi professionali tenuti da ognuno di noi nella sua carriera. Conoscendo questa patologia – lo sfinimento causato da troppo lavoro è ormai considerato tale, nelle sue forme più gravi – saprai come difenderti, evitando potenziali danni, anche permanenti, alla tua salute mentale. Nelle prossime righe approfondiremo la condizione in modo da informare il lettore su come tutelarsi.
Principali sintomi e cause di burnout
Il burnout è più diffuso di quanto si possa pensare, dal momento che non colpisce sempre in maniera pronunciata. Al contrario, spesso non ci impedisce di lavorare o metterci all’opera ma è comunque presente, e andrebbe già arginato, per evitare che la condizione si aggravi.
I più diffusi sintomi di questa sindrome sono i seguenti:
- Stanchezza e/o spossatezza fisica;
- Impossibilità di concentrazione su lunghi e brevi periodi;
- Irritabilità;
- Difficoltà a prendere sonno e riposare in maniera corretta e continuata;
- Perdita di interesse verso il proprio lavoro, compresi gli aspetti più gradevoli a esso correlati;
- Aumento del consumo di alcool e, talvolta, avvicinamento al mondo delle sostanze stupefacenti;
- Sensazione di inferiorità, inadeguatezza e, nei casi più problematici, pensieri suicidi.
Numerosi di questi sintomi sono piuttosto preoccupanti. Ma a cosa si deve il burnout? Quali sono le cause che comportano una simile reazione? Tra le più diffuse troviamo l’eccesso di lavoro e lo stress che questo è capace di generare; carichi eccessivi di compiti da svolgere; mancanza di controllo sulla propria professione e routine quotidiana; relazioni conflittuali, violente o addirittura aggressive con colleghi, dipendenti e superiori nonché assenza di riconoscimento e appagamento sul posto di lavoro.
L’importanza della prevenzione
Il burnout non va sottovalutato, in quanto può radicarsi e divenire una vera e propria patologia. Come ben sappiamo, prevenire è meglio che curare. Esistono buone pratiche che possiamo adottare le quali, pur non garantendoci immunità, ci consentono di limitare i possibili risvolti nocivi della condizione.
Se a una prima lettura queste buone pratiche potrebbero apparire banali, si tratta in realtà di abitudini che faremmo bene a ricordare e intraprendere. Al fine di gestire al meglio lo stress è necessario recintare la sfera lavorativa e quella privata, mantenendole quanto più separate possibile: meno si incontreranno, più basse saranno le possibilità che l’una tolga spazio all’altra, stancando la mente. Per lo stesso motivo, è bene spezzare ogni tanto il ritmo e concedersi pause non lunghe, ma regolari.
Non sacrifichiamo la salute. Abituiamoci a fare esercizio fisico per mantenerci in forma, dormendo a sufficienza e seguendo una dieta regolare. Contiamo poi sui nostri cari e colleghi: ogni volta che dovessimo sentirci sopraffatti, chiediamo aiuto senza timore.
Trattamento dei sintomi da burnout
Le armi più potenti contro il burnout sono una buona salute fisica e mentale. Nel caso in cui non fossero sufficienti, occorre rivolgersi a un professionista medico. Questa condizione è curabile e, con un trattamento adeguato, è possibile tornare ai livelli di produttività precedenti alla crisi. La terapia contro il burnout consiste solitamente nella messa in pratica di uno o più dei seguenti interventi:
- applicazione di tecniche di rilassamento;
- esercizio fisico;
- sedute di terapia cognitivo-comportamentale;
- inserimento in una rete di sostegno sociale.
Nel caso in cui uno stile di vita sano non fosse sufficiente a tenere lontano il burnout, la medicina può venirci in aiuto.

Classe 1991, non nasce amante della scrittura. Tutto cambia però quando viene convinto a entrare nella redazione del giornalino d’istituto del liceo: comincia a occuparsi di musica e poi in seguito di sport, attualità, cultura, mondialità e tendenze nel globo, ambiente ed ecologia, globalizzazione digitale. Dall’adolescenza in poi, ha riposto la penna soltanto per sostituirla con una tastiera.