Bambini e schermi: le regole di psicologi e OMS per ogni fascia d’età

da | Mar 21, 2025 | vivere green | 0 commenti

Oggi i bambini crescono circondati da schermi: tv, tablet, pc e smartphone sono parte integrante della loro quotidianità. Dai cartoni animati ai videogiochi, passando per la didattica online, infatti, l’esposizione ai dispositivi elettronici inizia sempre prima.

Ma quante ore davanti a pc, tablet e smartphone sono considerate sicure per i nostri figli? E perché gli esperti insistono tanto sull’importanza di stabilire dei limiti? Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’uso eccessivo degli schermi può influenzare negativamente lo sviluppo cognitivo, la qualità del sonno e la salute fisica dei più piccoli.

Scopriamo insieme quante ore sono considerate accettabili per fascia d’età e cosa ci dicono le ricerche più recenti in merito.

Da 0 a 2 anni: meglio evitare

L’OMS è chiara: sotto i due anni i bambini non dovrebbero essere esposti agli schermi, fatta eccezione per le videochiamate con i familiari (perché, in questo caso, rappresentano un’interazione sociale reale e positiva, soprattutto quando i familiari non sono fisicamente presenti).

Il motivo? A questa età il cervello dei neonati è in piena fase di sviluppo e ha bisogno di stimoli reali: toccare, annusare, ascoltare voci dal vivo. Uno studio pubblicato su JAMA Pediatrics conferma che un’esposizione precoce agli schermi può rallentare l’acquisizione del linguaggio e ridurre le capacità di attenzione a lungo termine. Inoltre, troppo tempo passato davanti a tablet e smartphone può interferire con il sonno profondo, cruciale per la crescita e la memoria.

Gli esperti suggeriscono invece di privilegiare l’interazione umana, la lettura ad alta voce e il gioco libero. Anche l’American Academy of Pediatrics (AAP) raccomanda lo schermo zero per questa fascia d’età, proprio per favorire lo sviluppo neurologico e socio-emotivo.

Dai 3 ai 5 anni: massimo un’ora al giorno

Tra i 3 e i 5 anni la situazione cambia leggermente, ma con moderazione. L’OMS e l’AAP concordano: massimo un’ora al giorno di schermo, possibilmente supervisionata da un adulto.

A questa età i bambini sono molto ricettivi e l’uso di contenuti educativi può favorire l’apprendimento, purché sia accompagnato da spiegazioni e dialogo.

Secondo una ricerca condotta dalla Harvard T.H. Chan School of Public Health, più di un’ora di schermo giornaliero in questa fascia può aumentare il rischio di sovrappeso e problemi comportamentali. Non solo: il tempo trascorso su tablet e tv può ridurre il tempo dedicato al gioco attivo, con ricadute sulla salute fisica e sullo sviluppo delle capacità motorie.

Gli esperti consigliano di scegliere contenuti di qualità e alternare lo schermo a momenti di attività all’aperto e giochi creativi, per stimolare fantasia e interazione sociale.

Dai 6 ai 12 anni: tra le 2 e le 2,5 ore

Per i bambini in età scolare, tra i 6 e i 12 anni, le regole diventano più flessibili, ma sempre con attenzione. Secondo l’OMS e l’Istituto Superiore di Sanità, due ore al giorno è il limite massimo consigliato per il tempo libero davanti agli schermi, senza contare l’uso scolastico (ad esempio, la didattica digitale).

Uno studio del National Institutes of Health (NIH) ha evidenziato che un utilizzo eccessivo degli schermi (oltre le 2,5 ore al giorno) può portare a un calo delle performance scolastiche e a disturbi del sonno. Inoltre, un’esposizione prolungata aumenta il rischio di dipendenza da dispositivi digitali e isolamento sociale.

In questa fase è utile stabilire regole condivise, ad esempio vietando gli schermi durante i pasti e prima di dormire. L’obiettivo è promuovere un uso consapevole e bilanciato della tecnologia, integrando attività fisiche e hobby offline.

Dai 13 anni in su: autonomia sì, ma con limiti

Per gli adolescenti, l’utilizzo degli schermi cresce in modo esponenziale. Smartphone, social media, pc e videogiochi fanno parte della quotidianità. Gli esperti però raccomandano di non superare le 3 ore al giorno di schermi ricreativi, anche se spesso nella pratica il tempo medio è molto più elevato.

Un’indagine condotta da Common Sense Media ha rilevato che i ragazzi tra i 13 e i 18 anni trascorrono in media più di 7 ore al giorno davanti a schermi non legati alla scuola. Questo può aumentare il rischio di disturbi d’ansia, depressione e calo della qualità del sonno. Secondo uno studio pubblicato su The Lancet Child & Adolescent Health, ridurre l’esposizione serale agli schermi migliora il benessere psico-fisico degli adolescenti, favorendo la concentrazione e la regolazione emotiva.

La strategia migliore? Educare i ragazzi a gestire autonomamente il loro tempo digitale, mantenendo un dialogo aperto e proponendo alternative interessanti, come sport, attività artistiche o volontariato.

Schermi e bambini: educare al digitale

Non serve demonizzare la tecnologia: educare i bambini a un uso sano e regolato degli schermi è la vera sfida. Le regole vanno adattate all’età e alla personalità di ogni bambino, ma tutte le ricerche confermano l’importanza di limiti chiari e di un’alternanza tra mondo virtuale e reale.

Il mondo digitale ormai fa parte della vita anche dei più piccoli: è innegabile. Il nostro compito è aiutarli a gestirlo con equilibrio e consapevolezza. Con un pizzico di organizzazione e tanto dialogo in famiglia, il tempo passato davanti agli schermi può trasformarsi in un’opportunità e non in un rischio per i nostri bambini.

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