Continuiamo a chiederci se sia possibile condurre uno stile di vita car-free per liberarci da quella dipendenza che rende il nostro Paese uno dei più motorizzati al mondo. Le nostre città diventano sempre più trafficate e invivibili, con un inquinamento che registra livelli molto elevati. Ma come possiamo fare a meno dell’auto in un mondo in cui la vita diventa sempre più frenetica? Dopo aver già tentato di dare una risposta, voglio dare spazio a un mezzo che sta cercando di entrare a far parte delle strade di alcune città italiane: la cargo bike.
Sostituire l’auto nella vita di tutti i giorni contribuendo in modo significativo a risolvere i problemi di traffico e di emissioni di CO2 mediante l’utilizzo di veicoli sostenibili dovrebbe essere prerogativa di un numero sempre più alto di cittadini. L’impegno di ognuno di noi è rappresentativo se pensiamo che i principali problemi del Pianeta sono la causa diretta dei comportamenti di circa otto miliardi di persone.
Dobbiamo imparare a fermarci un attimo e a pensare che di tante cose che ci circondano non abbiamo davvero bisogno (o, magari, non sempre!). Quale è la reale differenza tra il muoversi in SUV piuttosto che con una piccola utilitaria? E se a queste aggiungessi una cargo bike? Sostanzialmente, non esiste nessuna differenza. Diversamente dai Paesi del Nord Europa, spesso si fa però fatica a far passare come fondamentali alcuni concetti, come il risparmio delle risorse e la tutela dell’ambiente trasformando, molte volte, il lusso in uno stile di vita.
Chiamate anche bici da lavoro, le cargo bike sono biciclette a due o tre ruote che si contraddistinguono per la presenza di un telaio più lungo rispetto agli standard e di una cassa piuttosto ampia posizionata solitamente tra il manubrio e la ruota anteriore. Sono ideali per portare i bambini a scuola, effettuare spese quotidiane o per fare una piccola gita fuori porta.
Dal lontano 1881, le cargo bike sono al servizio della mobilità a impatto zero: proprio quell’anno il servizio postale britannico commissionò alla Bayliss-Thomas dei tricicli da destinare al trasporto merci. Nonostante il passare degli anni, le cargo bike riuscirono ad affermarsi come mezzo principale per il trasporto merci fino all’avvento del motore, ma il loro declino fu solamente temporaneo. Bici e cargo bike conquistavano sempre più le città, dato che i mezzi a motore erano solamente un lusso per pochi.
Dall’Inghilterra si estesero ad altri Paesi europei con l’idea di rendere gli ambienti urbani sempre più sostenibili e per ridurre la congestione del traffico. Un obiettivo che risulta essere piuttosto attuale se pensiamo che le cargo bike stanno diventando le protagoniste anche nella consegna delle merci di grandi aziende, sostituendo auto e furgoni inquinanti. Oltre a Paesi Bassi e Danimarca, dove le famiglie con bambini utilizzano le bici da carico per sostituire l’automobile, anche altri Paesi del Nord Europa stanno nuovamente adottando le cargo bike come mezzo di locomozione. I vantaggi dell’utilizzo delle bici da trasporto sono numerosi, a partire dai bassissimi costi di acquisto e di gestione fino alla migliore qualità della vita e al basso impatto sull’ambiente.
Non è un caso, infatti, che le cargo bike siano state il tema centrale dell’Eurobike 2022 di Francoforte. Un’indagine di mercato condotta dalla European Cargo Bike Industry ha previsto per il 2022 un aumento del 68% delle vendite di cargo bike in Europa. A presentare le aspettative di crescita relative a quest’anno è anche il City Changer Cargo Bike, progetto internazionale nato con l’intento di promuovere le bici cargo non solo per usi commerciali ma anche per usi pubblici e privati. Con l’obiettivo di far crescere la presenza di veicoli green nelle aree urbane delle città, a partire dal 2018 il progetto City Changer Cargo Bike ha dotato 15 città partner, tra cui anche la città di Rimini, di una flotta di cargo bike a uso gratuito. Il risultato? Un’iniziativa che ha cambiato lo stile di vita delle famiglie, oltre che a migliorare la qualità delle piccole e medie imprese che hanno deciso di sostituire furgoni diesel o benzina con mezzi a impatto zero.
Nonostante il mercato italiano delle cargo bike sia piuttosto indietro rispetto ai Paesi del Nord Europa, sono da apprezzare le iniziative promosse per avvicinare anche i più piccoli a modalità alternative per gli spostamenti nei centri urbani. Nell’ambito del progetto City Changer Cargo Bike e del programma Horizon 2020, a cui il Comune di Rimini partecipa insieme ad altri partner europei, affascina particolarmente un’iniziativa rivolta alle scuole in cui le cargo bike sono le protagoniste della consegna dei libri presi in prestito dalla biblioteca civica della città. Tra gli obiettivi di Libri in Cargo bike sicuramente quello di avvicinare i più piccoli alla lettura e, allo stesso tempo, far conoscere e promuovere le modalità sostenibili con cui è possibile spostarsi nei centri urbani.
Quale modo migliore, dunque, se non quello di promuovere la diffusione di una nuova cultura della mobilità a partire dalle nuove generazioni?
Fonti:
Classe 1993, si è laureata in Lingue, letterature e comunicazione interculturale. L’amore per la natura la conduce a interessarsi di sostenibilità in tutte le sue declinazioni.
Appassionata di tecnologia, spera che un giorno le innovazioni possano contribuire a risolvere le problematiche principali del nostro Pianeta.