Come potrebbe essere un ecovillaggio permaculturale? Per farsene un’idea – attraverso un ottimo esempio – basta andare sul sito https://crystalwaters.org.au/.

Il Crystal Waters Permaculture Village fu infatti il primo ecovillaggio progettato in permacultura, nel lontano 1987, ma continua a rappresentare un punto di riferimento.

Ovviamente è in Australia, culla della permacultura, in un’area rurale subtropicale a nord della città di Brisbane. Dei suoi 259 ettari, una piccola parte è proprietà privata, con lotti residenziali aggregati, ma più dell’80% è in comune tra gli abitanti e comprende foreste, laghetti artificiali e terreni destinati all’agricoltura sostenibile.

All’inizio, tuttavia, la situazione era assai differente. Un territorio sovrasfruttato, un suolo degradato poco fertile con vaste aree senza quasi più alberi, un’economia locale depressa in seguito al declino della produzione tradizionale del legname e lattiero-casearia. Il team di quattro progettisti permacultori partì dalle aspirazioni dei pochi abitanti rimasti e – attraverso un confronto serrato con le autorità locali – riuscì a ottenere l’approvazione delle proposte.

Già dopo una quindicina d’anni, la trasformazione ambientale, paesaggistica, socio-economica appariva straordinaria, tanto da fare premiare l’ecovillaggio nel 1996 con il World Habitat Award delle Nazioni Unite, quale modello pionieristico di stili di vita sostenibili e a basso im­patto.

I macro-obiettivi fissati originariamente erano sei, e sono stati sostanzialmente raggiunti:

  • aria, acqua e suolo puliti (da cui consegue cibo sano);
  • libertà di scelta in ambito spirituale;
  • possibilità per tutti gli abitanti di svolgere un’attività gratificante e significativa;
  • un luogo per il gioco e lo svago salutare e sicuro;
  • intense e attive interazioni sociali;
  • edifici progettati in funzione del benessere degli abitanti e dell’orientamento per sfruttare al meglio il calore solare passivo, costruiti con materiali non tossici.

La rigenerazione delle aree degradate e la ricostituzione degli habitat originari – insieme al divieto di introdurre cani e gatti – hanno reso possibile l’esplosione della biodiversità, con il ritorno di centinaia di specie di uccelli e anfibi, oltre a canguri, ornitorinchi e koala.

Non sono però solo la fauna e la flora selvatica ad avere trovato un paradiso. Crystal Waters ospita infatti anche una comunità internazionale e intergenerazionale, multiculturale, multietnica e multilinguistica di circa 250 persone, accomunate dai valori di rispetto reciproco, della terra e della natura. Gli abitanti hanno costituito varie cooperative e avviato attività in diversi ambiti, dalla produzione e vendita di prodotti biologici alla formazione, dalla musica al giardinaggio, dall’arte all’ospitalità dei visitatori, dall’organizzazione di eventi per bambini alla gestione di un asilo comunitario. L’ecovillaggio ha un centro visite, un panificio, una caffetteria, un mercato e persino una propria va­luta e una banca interna.

I lotti residenziali sono raggruppati a formare alcuni centri, per favorire le relazioni tra piccoli gruppi di abitanti. Il principale è il Villaggio Verde, cuore pulsante dell’attività sociale.

A Crystal Waters ha naturalmente la propria sede anche il Permaculture Education In­stitute, in un ufficio alimentato a energia solare, con accanto un giardino-foresta commestibile.

Scopri di più sugli ecovillaggi in questo articolo!

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