Permayouth: la permacultura per giovani

da | Ott 7, 2022 | agricoltura, ambiente, politica | 0 commenti

Venerdì 23 settembre 2022: un altro sciopero mondiale per il clima. I ragazzi e le ragazze di Fridays For Future (e io con loro) sono scesi nuovamente in piazza per urlare la propria disperazione e frustrazione. Disperazione, perché il futuro si prospetta a tinte fosche. Frustrazione, per le loro voci inascoltate da una politica sorda la cui unica preoccupazione sembra essere il mantenimento del “business as usual”.

Tra gli studenti che nel 2018 raccolsero la sfida lanciata da Greta Thumberg, c’erano anche alcuni permacultori e permacultrici, che si domandarono come dare un seguito alle marce e alle proteste in modo molto pratico, nel quotidiano delle proprie vite. La loro sfida era riuscire a fare “(pr)activism”, cioè “attivismo pratico” con un’ottica permaculturale: attivare il cambiamento attraverso progetti comunitari di permacultura, per offrirsi una possibilità di futuro.

Nacque così Permayouth, un movimento internazionale fatto “dalla gioventù per la gioventù”, come si legge sul relativo sito web.

Il gruppetto iniziale era guidato dall’allora tredicenne Maia Raymond e proveniva da un corso del Permaculture Education Institute, fondato dalla permacultrice australiana Morag Gamble (riconosciuta come loro mentore e ispiratrice). A partire da loro, si sviluppò un’ampia comunità di auto-formazione: una rete mondiale di teenagers che sta “creando una nuova storia rigenerativa attorno all’interdipendenza planetaria & personale”.

Per passare dal consumismo alla consapevolezza, Permayouth promuove festival online, discussioni interculturali, video, podcast e un canale radiofonico. Le sue attiviste e attivisti celebrano la realtà circostante attraverso l’arte: scrivono canzoni e poesie, disegnano e dipingono. Organizzano raduni e creano gruppi locali, chiamati Permayouth Hub e definiti come “spazi nel proprio territorio dove imparare permacultura con altri giovani e dare un senso a un mondo che muta rapidamente”.

Questi Hub si stanno diffondendo nei contesti più disparati, da quelli metropolitani ai campi profughi dell’Africa orientale: ne esistono già in dodici campi, tra Uganda, Kenya e Tanzania. E non sorprende che la permacultura possa fare presa anche in condizioni di vita estreme, data la sua rilevanza per il soddisfacimento dei bisogni essenziali: pensiamo ad esempio alle tecniche che propone per raccogliere e utilizzare oculatamente l’acqua, per ricostituire suoli degradati, per produrre cibo attraverso colture perenni e autoregolanti che integrano la presenza di animali.

A dispetto di chi dipinge i ragazzi di oggi come irresponsabili super-consumatori costantemente assorbiti dai propri smartphone, Permayouth rappresenta un modo per reinterpretare il noto aforisma: «Pensare globalmente, agire localmente».

Se per caso conoscete qualche adolescente che si annoia davanti alla PlayStation, questo movimento potrebbe aprirgli o aprirle nuovi orizzonti.

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