Gli stambecchi diventano animali notturni: la colpa è della crisi climatica

Lo studio dell'Università di Ferrara rivela che gli stambecchi delle Alpi si adattano al riscaldamento climatico spostandosi di notte, aumentando il rischio di essere attaccati dai predatori.

Gli stambecchi diventano animali notturni: la colpa è della crisi climatica - immagine di copertina

    Fa troppo caldo e gli stambecchi, animali simbolo delle Alpi, si muovono sempre più spesso di sera, esponendosi maggiormente ai predatori e cambiando le abitudini della specie.

    A lanciare l’allarme uno studio dell’Università di Ferrara che ha analizzato i comportamenti degli stambecchi in risposta alla crisi del clima in due aree, il Parco Nazionale del Gran Paradiso e il Parco Nazionale Svizzero.

    Come gli stambecchi si adattano alla crisi del clima

    Le temperature sempre più elevate in alta quota, oltre a provocare grossi cambiamenti nei panorami, rendono le vette sempre più spoglie di neve e quindi meno ospitali per gli stambecchi che modificano così le loro abitudini. Questi animali solitamente iniziano la loro giornata all’alba, esplorando le vette in cerca di cibo. Tuttavia, un clima tendenzialmente più caldo li spinge a cambiare abitudini, facendoli spostare anche di notte ed esponendoli ai lupi e altri predatori.

    La ricerca condotta dall’Università di Ferrara ha analizzato la risposta al caldo degli stambecchi sia in zone abitate anche dai lupi, come il Parco Nazionale del Gran Paradiso, sia in zone in cui questi grandi predatori sono assenti, come il Parco Nazionale Svizzero.

    Gli scienziati spiegano che in entrambe le aree «il bisogno di vivere in condizioni ideali da un punto di vista termico è più importante del rischio di essere predati». Una conclusione tutt’altro che rassicurante: queste temperature, nel lungo periodo, potrebbero costituire una grossa minaccia sia per gli stambecchi che per altre specie che ancora non riescono ad adattarsi al cambiamento del clima.

    In condizioni di caldo più intenso, infatti, gli stambecchi potrebbero spostarsi in zone non adatte e aumentare la loro attività notturne: ciò li esporrebbe sempre di più e sempre più frequentemente ai grandi predatori. E a rischiare di più sarebbero le femmine, meno possenti e con corna più piccole.

    Altri studi, come il censimento della popolazione di camosci nel Parco del Monviso, confermano una possibile diminuzione della presenza di questi animali: anche in questo caso, gli esperti collegano la riduzione della popolazione degli stambecchi a un manto nevoso ridotto e ai cambiamenti delle condizioni climatiche.

    Proteggere le specie a rischio

    Per proteggere gli stambecchi è necessario partire proprio dalle nuove e particolari abitudini.

    Potrebbe infatti essere necessaria un’attenzione particolare alla riduzione dello stress di questi animali, limitando per esempio la presenza di turisti nelle zone frequentate dagli stambecchi o evitando il sorvolo di elicotteri. Ulteriori censimenti e studi sul comportamento degli animali potrebbero inoltre aiutare a prevenire il declino di questa specie.

    Il declino di molte specie è una delle tante dirette conseguenze del cambiamento climatico: il destino a rischio degli stambecchi ne è una testimonianza diretta e un’ennesima prova.

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